Lotta a tumori e virus: la rivoluzione di Antares Vision e Università di Brescia
Antares Vision ha siglato con il centro nazionale di ricerca di Padova un accordo per produrre in Italia farmaci a tecnologia Rna. Un’operazione che può rivoluzionare la storia del farmaco in Italia e che senza alcun dubbio assume fin da ora una notevole valenza per diversi aspetti.
I vaccini per contrastare la diffusione del Covid-19 sono stati i primi farmaci basati sull’«acido ribonucleico messaggero», meglio conosciuto appunto come «mRna» o «Rna messaggero», e adottati a livello mondiale. Non saranno comunque gli ultimi prodotti terapeuci con questa peculiarità. In seguito all’emergenza sanitaria scoppiata all’inizio del 2010 è stata valorizzata una tecnologia studiata da oltre un decennio, che ora potrebbe essere applicata a malattie che vanno dalle infezioni virali al cancro e fino alle malattie autoimmuni.
Da qui emerge il secondo aspetto di rilievo dell’intesa raggiunta dal gruppo di Travagliato e riguarda il Centro di ricerca di Padova «Sviluppo di terapia genica e farmaci con tecnologia a RNA» (costituito la scorsa settimana in forma di fondazione), di cui Antares Vision è uno dei fondatori. Stiamo parlando di una struttura finanziata con 400 milioni di euro dall’Unione Europea attraverso il programma Next Generation Eu e destinata alla ricerca e sviluppo della «terapia genica» e - guarda caso - dei farmaci con tecnologia Rna.
L’istituto veneto ha dunque il duplice obiettivo di aumentare il know-how tecnologico necessario per progettare e fornire medicinali a base di Rna e di identificare farmaci e geni candidati in cinque principali aree patologiche: cancro, malattie genetiche, metaboliche-cardiovascolari, neurodegenerative e infiammatorie-infettive. Una volta a regime si stima che il Centro di ricerca di Padova possa raggiungere una capacità produttiva fino a 300 farmaci all’anno.
Il ruolo di Antares Vision
E qui entra in gioco Antares Vision. «La partecipazione alla fondazione del Centro di Padova - ammette il presidente del gruppo bresciano - rappresenta una grande opportunità di innovazione nel settore farmaceutico. I farmaci a tecnologia Rna rappresentano il futuro e, grazie alla combinazione di competenze e tecnologie di diversi enti e università di eccellenza, possiamo contribuire a una trasformazione digitale della filiera, volta a garantire efficienza, personalizzazione e sosteniblità».
Nello specifico, Antares Vision metterà a disposizione le proprie soluzioni dotate di Intelligenza Artificiale nell’ambito digital healthcare e smart digital innovation, oltre a piattaforme software, sistemi digital twin, tecnologie di tracciabilità, origine e certificazione dei farmaci e dei prodotti, sensori Iot e analisi dei dati. Non solo. La società di Travagliato sarà impegnata, insieme all’Istituto italiano di tecnologia, alcuni ospedali e altrettanti atenei italiani (compresa l’Università degli studi di Brescia) in due piattaforme. Da un lato quella per sviluppare nuovi materiali e sistemi volti a una nuova generazione di tecnologie di somministrazione.
Dall’altro lato, invece, sarà avviata la piattaforma per sviluppare strumenti preclinici e metodologie innovative per lo studio degli effetti dei farmaci a Rna sul sistema immunitario e, contestualmente, a valutare strumenti e metodologie per studiare l’attività e i potenziali effetti collaterali dei farmaci.
«L’Università di Brescia - chiude il rettore vicario e prorettore alla Ricerca, Marina Pizzi - contribuirà al Centro nazionale sullo sviluppo di terapia genetica e farmaci con tecnologia a Rna, con studi rivolti all’identificazione di target terapeutici per la cura di tumori e per lo sviluppo di farmaci a base di acidi nucleici, oltre che a sistemi di microvescicole capaci di veicolare correttamente questi farmaci alle cellule tumorali. Per questi ambiti sarà strategica la collaborazione dell’ateneo con Antares Vision, anch’essa coinvolta nella fondazione del centro».
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