Economia

Lavoro, nel Bresciano gli occupati sono 542mila, calano i disoccupati: ecco le figure più richieste

L'analisi del Centro Studi di Confindustria Brescia sui dati Istat 2022 evidenzia un riavvicinamento ai livelli pre-Covid
DISOCCUPATI AL MINIMO STORICO
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Calano i disoccupati, con livelli assimilabili ai minimi degli ultimi anni. Si stabilizza il numero degli occupati. Luci e ombre quelle che vengono dall'analisi del 2022 nel Bresciano sul fronte del lavoro.

A dirlo è la fotografia scattata dal Centro Studi di Confindustria Brescia sulla base dei dati Istat pubblicati ieri a livello nazionale. Nel dettaglio, gli occupati sono pari a 542mila unità, un numero sostanzialmente invariato rispetto all’anno precedente e ancora inferiori di circa 11mila unità nei confronti dei livelli pre-Covid (553mila).

Uomini e donne

Gli occupati maschi sono cresciuti da da 322mila a 326mila, a fronte di una leggera contrazione dell'impiego femminile (da 219mila a 217mila addette). Tali variazioni hanno determinato marginali variazioni nel tasso di occupazione (15-64 anni), nel 2022 attestatosi al 65,9%, rispetto al 65,7% del 2021.

Il tasso di occupazione rilevato in provincia di Brescia è minore di quello riscontrato in Lombardia (68,2%), ma ampiamente superiore alla media nazionale (60,1%), ambiti territoriali che sperimentano, tra il 2021 e il 2022, un incremento della quota degli occupati sul totale della popolazione.

Disoccupati a livelli «fisiologici»

«Come già anticipato - spiega una nota diffusa da Confindustria Brescia -, nel 2022 il numero dei disoccupati scende a 23mila, in calo di 5.000 unità nei confronti dell’anno precedente. La flessione ha riguardato la componente maschile (da 13mila a 6mila), mentre il numero delle femmine in cerca di occupazione sarebbe passato da 15mila a 16mila. A seguito di tali dinamiche, il tasso di disoccupazione (15-74 anni) misurato a Brescia e provincia nel 2022 è sceso al 4,1% (dal 4,9% nel 2021), di fatto ai minimi storici e non lontano da livelli definiti frizionali, ovvero fisiologici. Il confronto con Lombardia (4,9%) e Italia (8,1%) vede il nostro territorio in posizione privilegiata, confermando una storica tendenza su questo ambito».

Le figure più richieste

Secondo le elaborazioni del Centro Studi di Confindustria Brescia effettuate sulla piattaforma WOLLYBI-Lightcast che monitora gli annunci di lavoro online rilevati nel territorio,nel 2022 le domande di lavoro formulate dalle imprese bresciane hanno riguardato prevalentemente le macro categorie delle professioni non qualificate (20,3% degli oltre 53 mila annunci analizzati), dei tecnici (16,6%), degli artigiani e operai specializzati (13,4%), delle professioni tecniche e scientifiche (12,8%). La segmentazione dei profili per livello di competenza vede primeggiare le figure medium skill (44,2% delle richieste), seguite da quelle high skill (35,5%) e dalle low skill (20,3%).

Con riferimento ai profili più ricercati, la top 5 vede al primo posto gli addetti allo spostamento e alla spedizione dei materiali o delle merci (7,0% della domanda complessiva), seguiti dal personale non qualificato delle attività industriali (6,0%), dagli assistenti alle vendite (5,4%), dagli addetti alle pulizie in uffici, esercizi alberghieri ed altri esercizi (4,9%) e dai modellatori e tracciatori meccanici di macchine utensili (3,3%).

Il commento

«Chiudiamo un 2022 complessivamente positivo dal punto di vista del lavoro a Brescia, in particolar modo per quanto riguarda il fronte dei disoccupati, ormai scesi a una soglia che abbiamo definito fisiologica, e quindi sostanzialmente compatibile con la piena occupazione – commenta Roberto Zini, vice presidente di Confindustria Brescia con delega a Relazioni Industriali e Welfare –. Allo stesso tempo, tuttavia, avevamo aspettative migliori per quanto riguarda gli occupati, che invece sono rimasti su un livello invariato rispetto al 2021, e ancora distanti dai livelli pre-Covid. Questo aspetto ci deve quindi far riflettere, anche alla luce dell’ormai noto problema di mismatch tra domanda e offerta di lavoro che caratterizza il territorio bresciano, e della crescita degli inattivi. Su quest’ultimo aspetto, in particolare, incidono purtroppo i ritardi della componente femminile, tematica su cui, come Associazione, siamo da sempre attenti».

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