Economia

La Regione lancia l’alleanza europea per salvare le filiere dell’auto

Intesa tra aree produttive francesi, tedesche, spagnole e slovacche. Guidesi: «A difesa del comparto»
Una fabbrica del settore automotive - © www.giornaledibrescia.it
Una fabbrica del settore automotive - © www.giornaledibrescia.it
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Italia con Francia, Germania, Spagna e Slovacchia hanno dato vita giovedì all’«Allenza di Lipsia», rete politica tra i grandi territori industriali europei in cui l’automotive è fortemente presente.

Obiettivo dell’intesa è accompagnare una transizione giusta ed equa del settore dal motore termico all’elettrico «con un processo - ha detto l’assessore Guido Guidesi - che dobbiamo guidare e non subire, facendo tesoro di ciò che in Lombardia si sa fare, sviluppando nuove opportunità di lavoro e di crescita».

La Regione, su iniziativa dell’assessore allo sviluppo economico, aveva aperto la discussione, consapevole dei rischi che il comparto italiano stava correndo, con l’obiettivo di evitare il crollo di sistemi economici in cui forte è la presenza di aziende della filiera produttiva di componentistica per motori endotermici come a Brescia.

Il tavolo

Promosso anche dal Cluster Lombardo per la mobilità, presieduto da Saverio Gaboardi, il tavolo che ha condotto alla definizione di un «manifesto» comune, in difesa del settore automotive (che in provincia conta 200 imprese, 18.000 addetti e 2,7 mld di ricavi) - nasceva dopo l’annuncio della Commissione Europea dello stop alla vendita di auto a benzina e diesel dal 2035.

Il comparto

Il documento che ne era uscito - trasmesso ai rappresentanti del Governo Draghi e alla Commissione Europea - presentava proposte mirate a salvaguardare uno dei principali settori economici e produttivi della Lombardia che, con oltre 1000 aziende, 50 mila occupati, 20 miliardi di fatturato, presenta un export altissimo, intensa innovazione, collocandosi per dimensioni al secondo posto in Italia e stabilmente al quinto posto in Europa.

Tra le diverse proposte avanzate fu sottolineata anche l’importanza dei combustibili rinnovabili (tema fortemente confermato a Lipsia dall’assessore Guidesi) e a basso contenuto carbonico; diversificazione nell’ottica della decarbonizzazione dei trasporti e tutela della produzione di motori a combustione interna.

Ora nasce l’alleanza di Lipsia che «... chiede proprio l’istituzione di un meccanismo europeo a sostegno di una transizione giusta ed equa delle regioni in cui risiede la maggior parte delle produzioni industriali del settore automotive - aggiunge Guidesi -. Sull’altare della transizione non possiamo sacrificare competenze e capacità e, soprattutto, una leadership conquistata in cento anni di ricerca, innovazione e scelte imprenditoriali». «Cerchiamo allora di difendere tre cose - conclude l’assessore -: la tenuta occupazionale e produttiva, la possibilità di accedere ad automobili a costi ragionevoli e il mantenimento di una posizione rilevante nel settore».

I rischi

Come evitare al contrario quelli che potrebbero essere dei rischi? «Noi pensiamo che per raggiungere gli obiettivi ambientali che sono stati giustamente prefissati, su cui noi ci vogliamo sentire coinvolti e impegnati, per cui nell’impatto zero delle auto in circolazione e nell’impatto zero della produzione e del fine vita di quelle auto, la soluzione sta nella piena neutralità tecnologica e nel fatto di potere dare continuità al motore endotermico attraverso l’utilizzo di nuovi carburanti eco compatibili che ci consentano di raggiungere l’impatto zero nella circolazione».

Infatti, ha ribadito Guidesi, «la neutralità tecnologica consentirebbe alla Lombardia di fare tesoro del suo know-how, sviluppando opportunità di lavoro e di crescita». Si tratta di una «alternativa per la quale potrebbe essere previsto un aggiornamento e la trasformazione dei nostri siti industriali. Ma potrebbe essere una direzione in grado di salvaguardare ambiente e occupazione». Guidesi a Lipsia ha ricevuto la nomina a vicepresidente dell’Alleanza con delega alle Competenze e alla forza lavoro. La domanda che gli euro parlamentari dovrebbero porsi è questa: siamo sicuri che il mercato dell’endotermico in paesi emergenti nei quali l’elettrico costa troppo, non sarà occupato dalla Cina?

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