Cos’è Ist Latte, il fondo mutualistico che tutela le aziende agricole

Valerio Pozzi
Lo spiega il presidente Oscar Scalmana: «Difende le imprese agricole ed è una garanzia per le banche». È unico in Lombardia
Vacche alla mungitura
Vacche alla mungitura
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Agea ha pagato. Puntuale. «Ora il fondo mutualistico Ist Latte per la stabilizzazione del reddito – dice il presidente di Agridifesa Oscar Scalmana – è pienamente operativo e possiamo aprire una pagina nuova ed innovativa per il settore del latte bresciano».

Partiamo dalle cifre: il pagamento si riferisce a circa 2,8 milioni di euro che Agea ha riconosciuto all’Ist Latte-Gestifondo impresa, associazione fondata da Agridifesa Italia (consorzio di difesa creato da Confagricoltura Brescia) e Codipa di Verona nel 2020.

Poi la storia e il focus: nel 2020, due cooperative di commercializzazione del latte bresciane, Latte Indenne e Cooperativa latte Brescia, tramite i soci hanno aderito alla creazione del fondo Ist latte impegnandosi a versare per gli anni 2020-2021-2022 la quota di parte mutualistica – cioè il 30% pari a 1.222.323,13 euro – per la creazione del patrimonio del fondo dove poi si aggiunge la contribuzione pubblica pari al 70% (i 2.852.087,00 sopra citati) per raggiungere il totale del patrimonio.

Il punto

Il fondo bresciano Ist latte è unico nel settore in Lombardia (in Italia sono solo quattro di cui due nel Trentino finalizzati a colture vegetali) ed è un passo molto importante pensato per la tutela del reddito delle imprese agricole.

Quale è il ruolo del Fondo? «Agisce – sono parole di Scalmana – sia garantendo il reddito stesso nel momento del bisogno sia come garanzia reale nei confronti del sistema bancario, assicurativo, Ismea ed altri che richiedono garanzie». La grande innovazione è che si concentra sugli aspetti finanziari per il settore agricolo. Il Fondo Ist si basa sul margine operativo lordo (cioè il rapporto fra costi di produzione e ricavi) dell’impresa agricola: quando questo margine è inferiore del 20% rispetto alla media degli ultimi tre anni interviene a favore dell’impresa agricola diminuendo le perdite. Ha focus su clima e ambiente ma coinvolge anche altre problematiche: dai costi al valore della produzione.

Vacche da latte in un'azienda - © www.giornaledibrescia.it
Vacche da latte in un'azienda - © www.giornaledibrescia.it

Oggi Oscar Scalmana, presidente di Ist latte, che in questi anni si è adoperato alacremente per la costituzione può, a ragione, ritenersi soddisfatto. «È il risultato – conferma – che attendevamo perché in questi anni abbiamo costituito una task force con Agea, che periodicamente si è riunita, ed abbiamo avuto modo di confrontarci positivamente sulla risoluzione delle problematiche relative alla stabilizzazione del reddito delle aziende agricole. Possiamo e vogliamo ringraziare – dice ancora Scalmana – il Masaf per aver approvato questa innovativa misura e nello stesso tempo la Regione Lombardia che fin da subito ci ha creduto, intervenendo a patrimonializzare il fondo con quasi 100mila euro».

Il fondo, in sintesi, è una forma di salvaguardia molto sviluppata: tutela a 360 gradi i redditi agricoli ed agisce quindi come fondo di garanzia. «Il conto del Fondo ad oggi – sottolinea Oscar Scalmana – ha un saldo attivo di 1.423.825,37 euro (per via del contributo della Regione Lombardia e dei rendimenti degli investimenti fatti) e avendo ricevuto i fondi concessi da Agea, derivati dalle regole europee, può contare su un patrimonio totale di euro 4.246.928,10 euro, al netto dell’investimento. Il tutto senza sborsare un euro in spese di gestione. Negli Stati Uniti questa metodologia relativa alla gestione del rischio, che permette di affiancare le aziende agricole, è pratica ormai consolidata e ritengo – continua il bresciano – che possa e debba continuare ad essere una delle strade percorribili anche in Europa. Certo negli Usa gli importi sono decisamente superiori ma se pensiamo che per la misura Sr01 (cioè le polizze grandine) Agea deve ancora pagare, per i danni subiti negli anni dal 2015 al 2022, la somma di 60 milioni di euro, è facilmente comprensibile come con gli Ist finanziati che fanno riferimento alla misura Sr03 del Piano di Sviluppo rurale, i conti per le aziende agricole sono più al riparo e permettono all’imprenditore di affrontare i rischi, derivanti dal clima o dall’instabilità dei mercati, potendo contare su mezzi economici stabili ed in grado di far sopravvivere la propria azienda mantenendola competitiva sui mercati».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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