«Internazionalizzazione necessaria per essere competitivi»

Si è svolto oggi pomeriggio a Milano il convegno «Internazionalizzazione e capitale umano: la Lombardia e la sua filiera tecnico professionale protagonisti nel mondo», organizzato da Confindustria Lombardia con il patrocinio della Regione e in collaborazione con Assolombarda e Confindustria Bergamo.
L’incontro ha affrontato il nodo della carenza di competenze e dell’impatto della crisi demografica sul sistema produttivo, alla luce del fabbisogno stimato tra il 2025 e il 2029 di 617mila lavoratori stranieri, di cui 245mila nell’industria e oltre 146mila in Lombardia. La Regione consolida la propria leadership nell’internazionalizzazione dei percorsi formativi, sostenuta dal nuovo piano triennale da 10,6 milioni di euro, che rende strutturale l’apertura della formazione lombarda ai mercati globali. Presentati anche progetti già attivi: percorsi Ifts internazionali con studenti egiziani, mobilità in 14 Paesi per 904 giovani e borse di studio Its rivolte a studenti con disabilità e giovani da contesti fragili, in sinergia con le opportunità del Piano Mattei e le nuove relazioni con Tunisia, Egitto, Etiopia e Algeria.
«Le dinamiche demografiche e la carenza di competenze rischiano di mettere in crisi il nostro modello competitivo. La chiave è la collaborazione tra imprese, istituzioni e Its, per creare un contesto ottimale dal punto di vista lavorativo, dell’housing e dell’integrazione», ha dichiarato il presidente di Confindustria Lombardia Giuseppe Pasini, sottolineando come il Piano Mattei rappresenti un’opportunità pronta per essere colta.
L’assessore regionale Simona Tironi ha ribadito che «l’internazionalizzazione non è più un’opzione aggiuntiva, ma una condizione necessaria per crescere, innovare e rafforzare la competitività. Non esiste buona integrazione senza una buona formazione e senza esperienze lavorative anche lontano dal proprio Paese».
Tironi ha poi evidenziato il ritorno positivo delle mobilità: «I ragazzi che rientrano dall’estero portano competenze tecniche, capacità relazionali e un mindset internazionale che le imprese cercano sempre di più. Non formiamo viaggiatori, ma professionisti pronti a inserirsi nei distretti produttivi lombardi».
Chiude gli interventi il vicepremier Antonio Tajani. «L’Italia è la quinta potenza commerciale mondiale e ha bisogno di una politica industriale che le permetta di mantenere questa posizione. Dobbiamo rafforzare la nostra presenza sui mercati extraeuropei: le nostre imprese hanno grandi margini di espansione e nessun imprenditore italiano che lavora fuori dai confini deve sentirsi solo».
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