Economia

I farabutti del mattone e sui bonus edilizi non c’è pace

Attesa per le decisioni del Consiglio dei ministri sui controlli e la nuova cessione del credito
C'è attesa per le decisioni del Governo sui bonus edilizi - © www.giornaledibrescia.it
C'è attesa per le decisioni del Governo sui bonus edilizi - © www.giornaledibrescia.it
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Vedremo come andrà a finire, sperabilmente in tempi brevi, brevissimi. E comunque - per quanto ristretti saranno questi tempi - qualche mese ce lo siamo fumati. Il tema è quello del Superbonus e più in generale dei bonus. Riassunto sintetico: a gennaio scorso, i lavori avviati con bonus e Superbonus erano stati pari a 38 miliardi di euro. Una montagna di soldi per la gran parte pagata dallo Stato per incoraggiare la messa in sicurezza sismica - l’adeguamento energetico-il miglioramento estetico delle città.

Una misura potente di volano per l’edilizia e dintorni ma, come si può intuire, un’altrettanta potente idrovora di soldi pubblici al punto da far dubitare dell’efficacia della misura allo stesso premier Draghi (che pur è favorevole a far buon debito).

Dubbi rafforzati dal fatto che, nelle more del provvedimento, si sono inseriti pirati e farabutti e l’Agenzia delle Entrate (dopo aver fatto una verifica sul 20% dei cantieri) ha trovato 4 miliardi più o meno di truffe o di vicende perlomeno poco chiare. Risultato: sostanziale blocco del provvedimento, un primo intervento per rendere meno agevoli le truffe, cui è poi seguito il blocco di alcune piattaforme (in particolare Poste e Cassa Depositi) fra le maggiori acquirenti dei bonus. E adesso siamo in attesa del nuovo quadro normativo.

Del «monte-truffe», poco meno del 50% è da ascriversi al bonus facciate, un bonus a rilascio rapido, diciamo così, senza alcuna necessità di verifiche e asseverazioni da parte di tecnici, nessun sostanziale limite alle spese fatta salva l’avvertenza - scritta nel provvedimento - che l’Agenzia delle Entrare si riserva la facoltà di misurare la congruità della richiesta di credito fiscale.

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Ed è quindi sul bonus facciate e in particolare sulla cessione del credito che vertono i controlli. Perchè il tema vero emerso in sede di accertamento truffaldino è la cessione del credito con, in qualche caso, un tourbillon di cessioni che alla fine non si riesce a capire chi abbia ceduto cosa e a chi. Ed è qui che si vuole intervenire limitando il numero delle cessioni e introducendo una sorta di bollino identificativo per ogni pratica così da renderla subito rintracciabile. E quindi si discute se la cessione del credito possa essere fatta una sola volta o tre come sembrerebbe. Parrebbe esserci sulle future pratiche che si apriranno un accordo: sì ai limiti, adesso si vedrà per quante volte e comunque solo a soggetti che stanno sotto il controllo di Bankitalia.

Lo si vedrà. E questo, come detto, potrà essere per il futuro. Ma per i crediti già ceduti ed incagliati dal fermo della normativa e dalla decisione di chi li acquista perchè ovviamente vuol capire come sarà la nuova legge, di questi crediti che si fa? Non sembra poca roba: circa 2 miliardi congelati. Senza considerare alcune altre non piccole questioni che restano sul tavolo e che giustificano un possibile tempo d’attesa di qualche mese per riavviare il meccanismo.

Il primo è quello dei costi troppo stretti: la legge (quella «vecchia») indicava per il Superbonus una serie di cifre massime di rimborso (per il cappotto, le finestre etc.) che oggi, con la fiammata dei prezzi, sono oggettivamente basse. La seconda questione è quella che si vorrebbe inserire nella legge alcune voci che concorrono ai massimali di rimborso: Iva, spese tecniche e opere complementari che potrebbe voler dire, dico il caso dei serramenti, abbassare di almeno il 40% dell’attuale beneficio.

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