Economia

Sul Superbonus Draghi ha ceduto ma stiamo attenti ai controlli

Il premier non voleva una misura «fotocopia» per il 2022: troppi abusi. È un alert per l’Agenzia delle Entrate: dalle imprese serve più serietà
Il premier Mario Draghi - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Il premier Mario Draghi - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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Il premier lo ha detto chiaro e tondo poco prima di Natale: sul Superbonus si stanno consumando cose sbagliate, troppi eccessi, preventivi fuori misura. In poche parole: lo si sta saccheggiando. Da qui l’iniziale sua forte perplessità a riproporre nella legge di bilancio 2022 (come poi è stato) un Superbonus che ricalcasse quello in vigore lo scorso anno.

I partiti hanno premuto e, come detto e come ricordiamo qui sopra, anche per quest’anno avremo un Superbonus pieno. In quella conferenza stampa, il premier si era sbilanciato su una cifra «oltre 4 miliardi di contenzioso con l’Agenzia delle Entrate»: questa è la cifra che Draghi portava a sostegno della sua idea di ridimensionare il Superbonus. Ma è una cifra che tutti - cittadini committenti e imprese - è bene che teniamo presente.

Il Fisco, questo il messaggio, ha alzato le antenne e ancor più lo farà dopo il promemoria di Draghi. Capisco che il discorso è un poco complicato, con la sua parte di imbarazzo: che ci stai dicendo, che ci sono i furbi? Pare sia così, per usare un eufemismo. Ma questo, naturalmente, mette nei guai chi è serio. Perchè è pur vero che se hai fatto le cose a modo nulla hai da temere. Ma si sa come inevitabilmente vanno queste cose: dovendo controllare (com’è giusto che sia) ma dovendo controllare il doppio, dopo il dilagare di vere o presunte infrazioni, il rischio è che il meccanismo si blocchi, perlomeno rallenti. A scapito di chi fa le cose per bene.

Finito il monito fiscal-morale, godiamoci pure il nuovo anno pieno di Superbonus. Ci sarebbe da aggiungere, in verità, un sia pur fugace cenno ai costi e al debito che lo Stato si sobbarca, ma anche in questo nascondiamoci dietro «il debito buono» (sempre evocato dal premier). Dovrebbe essere un anno pieno, con alle spalle meccanismi rodati, con un mercato che ormai dovrebbe aver capito i vantaggi della proposta, con le aziende che, pur fra gli affanni, hanno preso dimestichezza con la situazione.

Resta - pesante - l’incognita dei prezzi al punto che alcune imprese non fanno più lavori col Superbonus: troppo bassi i limiti di spesa. Se il condominio vorrà il Superbonus i condòmini potranno essere chiamati a concorrere a qualche spesa. In ogni caso buon 2022.

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