Terremoto Superbonus: Poste ferma la cessione del credito

Cantieri in stand-by; imprese in febbrile attesa di chiarimenti da parte dell’Agenzia Entrate; cittadini in allarme. Il blocco della «sub» cessione dei crediti del Supebonus introdotto dal decreto Sostegni-ter, ha avuto l’effetto di un terremoto. Le associazioni sono scese in campo a più riprese chiedendo al Governo di correggere il tiro.
Per il presidente di Ance Brescia, Massimo Angelo Deldossi e per quello dell’Associazione Artigiani Bortolo Agliardi i nuovi vincoli avranno un impatto pesantissimo e rischiano di creare migliaia di contenziosi e bloccare interventi già avviati con gravi ripercussioni sociali ed economiche. Molte le segnalazioni dei lettori giunte al nostro giornale.
È il caso della testimonianza di un imprenditore edile che citando un passaggio del discorso di insediamento del Presidente della Repubblica ribadisce come «non possiamo permetterci ne ritardi ne incertezze» e denuncia di aver «assunto impegni precisi con i committenti, a cui non posso in alcun modo più fare fronte a seguito del cambio normativo».L’imprenditore si trova «costretto a lasciare i cantieri incompiuti».
L’allungamento fino al 16 febbraio del periodo transitorio ha dato un po’ di respiro in più, prima che scatti il divieto di cessioni successive alla prima. Ma di questa boccata d’ossigeno - spiegano gli esperti beneficia soprattutto il mercato secondario, compresi gli istituti di credito che hanno più tempo per ottimizzare la collocazione dei bonus tra le società del gruppo. Il mercato primario resta ingolfato, tra nuovi obblighi di asseverazione, divieti in arrivo e indagini sulle frodi, molti potenziali compratori hanno già bloccato o rallentato gli acquisti dei crediti.
È il caso ad esempio di Poste che non accetta più cessioni, la banca a controllo pubblico in assoluto più esposta sul mercato che - grazie ad un sistema più semplice e conveniente - nei soli primi nove mesi del 2021 aveva raccolto crediti per 4,5 miliardi. È stata seguita da altre realtà importanti, come Banco Bpm. Nessun problema invece per i due maggiori istituti di credito, Intesa Sanpaolo ed Unicredit, come pure per molte realtà legate al credito cooperativo.
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Il problema è legato alla capienza fiscale di chi matura o acquista il credito, che ricordiamo può essere utilizzato solo in compensazione fiscale. Superato il «plafond», l’ammontare viene perso. Quello della cessione non è l’unico nodo da sciogliere sul fronte Superbonus. Il settore è in attesa anche del nuovo decreto sui prezzi del Mite, che avrà un impatto importante sulle asseverazioni. Il provvedimento, previsto dalla legge di Bilancio, servirà a individuare i valori massimi che, per alcune categorie di lavorazioni, saranno considerati congrui.
Oggi il documento potrebbe essere firmato dal ministro, Roberto Cingolani. Non un prezzario analitico, composto da migliaia di voci , nell'elenco circa 35 voci, che saranno il riferimento per gli interventi del 110%, ecobonus e bonus facciate.
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