Economia

«I bio-carburanti sono la strada per una vera transizione sostenibile»

Lo studio del Cluster Lombardo della Mobilità e della Regione Lombardia approda sul tavolo dell’Ue
Un impianto di un'aziende dell'automotive - © www.giornaledibrescia.it
Un impianto di un'aziende dell'automotive - © www.giornaledibrescia.it
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Nell’intesa raggiunta ieri tra i ministri dei ventisette sul «regolamento Euro 7», c’è chi nel settore automotive intravede la prima crepa del fronte monolitico sulla transizione all’elettrico ed un viatico per affermare il concetto della neutralità tecnologica e la centralità di tecnologie come quelle dei biocarburanti.

La data del 2035 sembra scolpita sulla pietra; improbabile venga cancellata, ma nelle ultime settimane si è aperta una riflessione importante. Anche la presidente della Commissione europea, Ursula von del Leyen, sembra essersi accorta che la scelta drastica dell’elettrico rischia di azzerare il gap competitivo dei cinesi rispetto alla nostra industria dell’auto, ed ha annunciato l’avvio di una indagine anti-sovvenzioni nel settore elettrico dei veicoli provenienti dalla Cina.

Il paradosso

Una tesi che gli imprenditori bresciani del settore automotive sostengono da tempo con forza. E chiedeno una transizione ecologica nell’ottica di una neutralità tecnologica. «Noi stiamo investendo sull’elettrico quando, per caricare le batterie delle auto utilizzeremo l’80% dell’energia prodotta da fonti non rinnovabili - spiega l’imprenditore dell’automotive e vicepresidente di Confindustria Brescia, Paolo Streparava -. È un non senso, un processo del tutto non sostenibile».

Per il vicepresidente di Confindustria Brescia la transizione non sarà «green» e non sarà sostenibile se non si partirà dal concetto di netutralità tecnologica: «È il principio sbagliato - spiega -. Dal 2035 non venderemo più auto a motore endotermico, ma useremo il carburante per produrre energia per ricaricare le batterie: un controsenso. Credo le auto elettriche siano un ottimo mezzo per la mobilità nelle grandi città, ma non sono la soluzione adeguata per la mobilità in generale».

Va detto anche che al momento la quota di auto elettriche in Europa è del 15%, mentre in Italia è inferiore al 5%. Insomma, gli alti costi sembrano allontanare le famiglie dall’elettrico.

Per Streparava l’unica strada sostenibile da seguire è quella dei carburanti alternativi: «Non hanno emissioni e mantengono in vita la filiera della distribuzione di carburante». Mentre nessuno si è ancora chiesto «quanto è inquinante la produzione di una batteria? Quanto l’estrazione delle terre rare? E ancora, quanto lo smaltimento?».

Il manifesto lombardo

Sul tema della de-carbonizzazione del settore automotive è in campo da tempo il Cluster Lombardo della Mobilità guidato da Saverio Gaboardi che lo scorso 20 luglio ha presentato insieme alla Regione Lombardia il «Manifesto per una mobilità sostenibile sotto il profilo ambientale, economico e sociale» - sottoscritto anche dal Cluster Aerospazio Lombardia, Anfia, Confindustria Lombardia, Confindustria Energia, Eni, Unem, Federchimica-Assogasliquidi, Federmetano, Assogasmetano, Federmotorizzazione - che mette in evidenza il basso impatto ambientale dei combustibili alternativi (i biocarburanti).

«I risultati della nostra ricerca sono frutto del lavoro compiuto con gli esperti e i produttori dei diversi vettori energetici», spiega Gaboardi. La tabella delle emissioni contenuta nel Quaderno sulle rinnovabili redatto con Regione Lombardia è interessantissima, e naturalmente è sul tavolo della politica UE. A fronte del fatto che con la benzina un’auto di media capacità emette per un chilometro percorso di strada circa 130 grammi di CO2, con il biometano diventano 5 grammi, con il bio-Gpl 6 grammi, con l'Hvo (olio vegetale idrogenato) 8 grammi, con l'elettrofuel 13 grammi e con l'idrogeno 8 grammi.

Neutralità tecnologica

«Il nostro ragionamento, fatto per salvaguardare l’industria automobilistica - che solo in Lombarda conta oltre 1.000 aziende, 50 mila occupati e 20 miliardi di fatturato - parte dal presupposto che accettiamo di buon grado l'avvento delle auto elettriche. Ma crediamo sia sbagliato che il legislatore debba imporre al mondo produttivo con quali tecnologie perseguire gli obiettivi a salvaguardia del clima - spiega Gaboardi -. Oggi in Italia la mobilità consuma 33 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio e in Europa circa dieci volte tanto. Come sostituirle? La capacità di produzione di bio carburanti non va al di là di 17 mln di tonnellate e quindi del 50%, l'altro 50% sarebbe ad appannaggio dell'elettrico».

«Per non distruggere un patrimonio industriale che ha 100 anni, l'Unione Europea ammetta oltre agli e-fuel, costosissimi, anche i bio carburanti. Le nostre filiere automotive e carburanti oltre a costituire eccellenze a livello globale e essere asset strategici per il nostro Paese, hanno le capacità innovative, tecnologiche e professionali per adeguarsi e contribuire in modo vincente alle sfide dei cambiamenti climatici». 

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