Economia

Gozzi: «Europa, serve una rivoluzione del pensiero industriale»

Il presidente di Federacciai a Made in Steel: «La siderurgia italiana guida la decarbonizzazione». E lancia una provocazione: «Una marcia dei 40mila a Bruxelles»
Antonio Gozzi a Made in Steel
Antonio Gozzi a Made in Steel
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 «Una marcia dei 40mila a Bruxelles per far capire all’Europa che, se non si cambia, l’industria è destinata a morire». La provocazione di Antonio Gozzi a Made in Steel coglie nel segno. Il presidente di Federacciai sprona gli industriali a scendere in campo e «alzare la voce» contro «l’inerzia ideologica»; contro le «resistenze tecnocratiche dell’Europa che bloccano ogni reale passo in avanti».

Per questo, «serve una svolta culturale, una vera rivoluzione del pensiero industriale europeo. L’Italia, con la sua manifattura, chiede solo una cosa: regole giuste per competere ad armi pari e continuare a innovare nel segno della sostenibilità economica e sociale, non solo ambientale».

Il presidente Gozzi ricorda come l’industria siderurgica italiana sia un «campione europeo e mondiale della decarbonizzazione». «Il merito è dei nostri genitori che non avevano soldi per gli altiforni e si sono inventati, prima di Greta Thumberg, un sistema a economia circolare, virtuoso e decarbonizzato grazie all’idroelettrico». Ebbene oggi questi campioni della «pagano l’energia più cara di tutta Europa». «Non solo - spiega il leader di Federacciai -, da 10 anni cerchiamo, inutilmente, di non fare uscire dall’Europa 18 milioni di tonnellate di acciaio l’anno».

La cerimonia

È questo il leitmotiv della cerimonia di inaugurazione della «Conference & Exibition» organizzata dal portale siderweb e intitolata «The Beauty of Steel». Sono i fratelli Francesca e Paolo Morandi ad aprire l’undicesima edizione della fiera dedicata al mondo dell’acciaio (387 aziende espositrici, +21% rispetto all’edizione 2023), settore che attraversa un momento molto complesso e di incertezza: «Grandi nuvole nere pericolose si stanno addensando sul settore - spiega il ceo di Made in Steel e di siderweb -. Non sappiamo come sarà il futuro, siamo qui per confrontarci sulle strategie da adottare».

Moderati da Emanuele Norsa intervengono da Bruxelles gli europarlamentari Giorgio Gori e Massimiliano Salini. Gori ricordato come «costi energetici, competizione sleale da parte di Paesi terzi, transizione verso un’economia a basse emissioni e il rottame, sono le principali incognite del contesto in cui si muovono le nostre aziende». «La priorità deve essere quella di accelerare lo smarcamento dalla dipendenza europea da fonti fossili e quindi dalle forniture di altri Stati l’Unione sta lavorando per abbassare i costi delle forniture energetiche».

Per Salini, «abbiamo cercato di inserire il rottame nell’elenco delle materie prime critiche, ma non ci siamo riusciti per la miopia di una certa parte delle istituzioni europee. Ora dobbiamo attuare soluzioni concrete, intervenendo con emendamenti per fare in modo che il rottame rientri nell’elenco dei materiali necessari per la nostra economia, mettendo al centro il futuro e la competitività della manifattura dei Paesi dell’Unione».

Critica verso il piano europeo per l’acciaio anche la presidente di Assofermet, Cinzia Vezzosi, che si dice «delusa» dalla strategia della nuova Commissione: «Occasione persa per cambiare». Facciamo nostro il suggerimento di Gozzi, guardare il bicchiere mezzo pieno: l’economia italiana nel I trimestre cresce dello 0,4%, mentre quella tedesca arretra dello 0,2%.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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