Lavoratori stagionali, problemi pluriennali: sul Garda ne mancano 10mila

C’è ancora penuria di stagionali, un problema ormai cronico per le aree turistiche. A dare l’allarme è Confcommercio, secondo cui nel 2025 commercio, ristorazione e alloggio non riusciranno a trovare 260mila lavoratori. Si tratta di un dato in rialzo rispetto al 2024 (+4%) ed è un’emergenza perché rischia di frenare la crescita economica dei settori considerati e del prodotto lordo dell’intero sistema italiano. Mancano commessi professionali, macellai, camerieri, barman, cuochi, pizzaioli, gelatai, addetti alla pulizia delle camere... Le ultime stime parlano di circa un quarto delle posizioni (fonte rapporto Unioncamere) che non riescono a essere coperte.
A Brescia
In linea con il dato nazionale, anche in provincia di Brescia i settori della vacanza, del commercio e della somministrazione continuano a soffrire una grave carenza di collaboratori. La provincia di Brescia (fonte Excelsior - Camera di Commercio) necessita di 6.590 posizioni nel settore della somministrazione nel trimestre maggio/luglio 2025 e di 4.700 posizioni nel settore del commercio nel medesimo trimestre. Le assunzioni sono aumentate, ma non bastano. «Nel solo mese di maggio – spiega Barbara Quaresmini, presidente di Confesercenti Lombardia Orientale – nel Bresciano erano previste 2.550 assunzioni nel settore della somministrazione con un aumento del 16,4% rispetto al 2024 e del 30% rispetto al 2023. Il settore del commercio ha numeri simili con 1.460 assunzioni previste, +8,9% rispetto al 2024 e +12,3% sul 2023».

Le assunzioni aumentano, quindi, visto che il settore turistico è in espansione, ma non coprono la richiesta: il 48% degli operatori dichiara che avrà difficoltà a coprire le posizioni aperte. «Insomma - dice Quaresmini - un paradosso strutturale: da un lato l’aumento dell’occupazione grazie ai flussi turistici; dall’altro, la difficoltà concreta nel trovare lavoratori con le competenze richieste. Una difficoltà che rischia di compromettere la qualità dei servizi in un comparto che sul Garda bresciano vale ogni anno oltre 1 miliardo di euro».
Lacune
Ristoranti, negozi e bar, spiega Andrea Maggioni, operatore salodiano e Coordinatore di Confesercenti per il Garda, «non riescono a coprire le esigenze operative, in parte per la scarsità di candidati, in parte per il disinteresse verso determinati tipi di impiego».
Per Maggioni occorre rimettere al centro la formazione, aggiornando i piani di studio delle scuole alberghiere e turistiche, che hanno sempre meno appeal: dai 65mila iscritti del 2014 ai 34mila del 2022 (fonte Miur). La carenza di personale colpisce anche il settore alberghiero, dove il problema non è solo numerico, ma qualitativo. «Trovare personale adeguato è sempre più difficile – osserva Emanuele Bonotto, albergatore di lungo corso, presidente di Visit Desenzano e consigliere di Federalberghi Lombardia –. Il personale che si trova raramente è all’altezza: mancano competenze e preparazione. E questo, per una struttura alberghiera, è un limite serio. La mancanza di alloggi aggrava la situazione: senza una sistemazione, molti rinunciano».
Equivoco culturale
Alla base c’è anche un equivoco culturale, che Bonotto smonta senza troppi giri di parole: «Non è vero che solo nel turismo si lavora nei weekend e nei festivi. Succede in ogni ambito, ma nel nostro settore sembra ancora uno stigma».
Per invertire la rotta, Federalberghi provinciale ha avviato un progetto con alcune scuole superiori del territorio: «Lo abbiamo sperimentato a Desenzano, con l’istituto Caterina de’ Medici, e stiamo estendendo l’esperienza ad altre realtà. Puntiamo a orientare già gli studenti delle medie: raccontare cos’è davvero il turismo, far capire che è un settore ricco di stimoli, che ti mette in contatto con il mondo».
Il nodo resta quello della formazione, da rilanciare con forza: «Mancano figure professionali in cucina, in sala e soprattutto al ricevimento. Per questo abbiamo chiesto un incontro con l’assessora regionale Simona Tironi: vogliamo rafforzare il collegamento tra scuola e impresa, restituire dignità a un lavoro che non può essere improvvisato».
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