Contratti stagionali, voce ai lavoratori: «Ci godiamo i vantaggi»

C’è chi lo stagionale lo fa per scelta, con convinzione e soddisfazione, da tanti anni, apprezzandone i vantaggi: buona remunerazione durante la stagione e, soprattutto, inverno libero per viaggiare.

Cameriere di sala

Lucas, 31 anni, brasiliano, è un cameriere di sala, mansione che svolge da sei anni: «Dopo la laurea in Fisica a San Paolo sono venuto in Italia, terra di origine del mio bisnonno. Al contrario di quello che si dice, questa occupazione mi consente un buon equilibrio tra lavoro e vita privata, accompagnato da una buona remunerazione. Sto acquisendo competenze per poterla svolgere in qualsiasi parte del mondo. Chissà – si chiede Lucas – dove mi porterà la vita nei prossimi anni?».

Barman

Giovanni, 32 anni, nato e cresciuto a Salò, fa il barman. Ha iniziato sulle sponde del lago di Garda, poi ha lavorato in Australia e infine è tornato «a casa», dopo una piccola parentesi a Madonna di Campiglio. «Il mio lavoro – dice con convinzione Giovanni – è uno dei pochi che consente di girare il mondo. Quello che faccio mi piace molto, ogni giorno è un’opportunità per incontrare nuove persone e creare ricordi con i clienti abituali. Il lavoro stagionale da barman non è solo un impiego, ma un’esperienza che mi arricchisce e mi fa sentire parte di una comunità».

Dirigente di bar

Emanuela, 43 anni, dirige un locale. È di Lumezzane e dopo la scuola alberghiera ha scelto il settore del turismo, rifiutando le offerte che l’industria della sua città poteva offrirgli.

«La mia è stata una scelta d’amore per questo lavoro. Avrei potuto rimanere a Lumezzane ma il lago di Garda e la possibilità di stare tutto il giorno a contatto con le persone e poter regalare a loro un momento di spensieratezza mi hanno portato qui. Questo lavoro è sicuramente impegnativo, non ci sono festività o weekend liberi, ma regala un periodo di vacanza invernale che mi consente di girare il mondo, il tutto accompagnato da una più che buona remunerazione. Sono 29 anni che vivo nelle sale di ristoranti e bar e faccio fatica ad immaginarmi altrove».