Energia troppo cara: fonderie e acciaierie anticipano le ferie estive
Le fonderie e le acciaierie bresciane viaggiano a singhiozzo. Il settore, tipicamente energivoro, sta vivendo sulla propria pelle i rincari dei prezzi di energia e gas. Una crisi senza precendenti, che si protrae da mesi. Se prima della pandemia il prezzo Pun dell’energia si attestava intorno ai 50 euro per Mw/h, nel 2021 ha visto un’impennata progressiva, arrivando a superare a marzo 2022 i 300 euro (dopo l’invasione russa in Ucraina). Ci si attendeva la discesa, e invece il Pun è tornato a correre: 327 euro a fine giugno, 362 euro a inizio luglio; fino a sfiorare i 400 euro di questi giorni.
«Ci sentiamo disarmati - dichiara preoccupato Ruggero Brunori, l’amministratore delegato di Ferriera Valsabbia -. Abbiamo reso gli impianti più efficienti, abbiamo investito in tecnologia, ma problema è più grande di noi e lascia il settore nell’incertezza. A Odolo lavoriamo al 50% delle nostre forze: a giugno abbiamo tagliato i turni, lo faremo anche a luglio, poi la fermata di tre settimane ad agosto».
Minimizzare i danni
Il Pun viene monitorato costantemente. Gli interventi tampone si moltiplicano, si spostano le produzioni nelle ore e nei giorni della settimane dove l’incidenza del costo dell’energia è minore. L’orizzonte è di breve, brevissimo, periodo: si decide settimana dopo settimana.
Lo stabilimento Alfa Acciai è reduce da una settimana di fermo. «Abbiamo rallentato da maggio - spiega il direttore generale Giuseppe Cavalli -. Produrre in queste condizioni diventa difficilissimo. Prezzi dell’energia, richieste di mercato: entrano in gioco mille variabili, è fondamentale trovare un equilibrio dinamico». Anche Ori Martin di Brescia ha deciso di fermare gli impianti da oggi per una settimana. Mentre il fermo di agosto è confermato per consentire lavori e investimenti sugli impianti.
La tegola del «Capacity»
Le aziende devono fare anche i conti con il meccanismo del «Capacity Market». Sistema che consente ai fornitori di energia di far pagare l’elettricità ancora di più. Si tratta di 500 ore di «picco» annuale, concentrate nei mesi di gennaio, febbraio e, per 162 ore, nel mese di luglio. Fatti due conti, meglio fermarsi e anticipare le ferie. Sono molte le aziende che hanno intrapreso questa strada.
Ieri sono iniziate le tre settimane di stop alla Fonderia di Torbole. «Anticipiamo le ferie perché in questo momento i costi sono davvero eccessivi e il meccanismo del Capacity Market agisce su prezzi che sono già fuori controllo - spiega Enrico Frigerio, alla guida del gruppo EF. - Una decisione presa alcuni mesi fa in accordo coi sindacati. Torneremo a produrre dal primo agosto: la speranza è trovarsi con un costo più basso dell’energia». Anche Fonderie Ariotti di Adro (120 addetti) scommette su un costo dell’energia più basso ad agosto, spegnerà i forni dal 15 luglio al 1 agosto: «È la prima volta nella storia della nostra fonderia che si lavora ad agosto - spiega Roberto Ariotti che è anche presidente del Comitato esecutivo fonderie europee -. In generale se il Pun cresce di 100 euro, i costi delle nostre produzioni salgono di 200 euro la tonnellata. Ma siamo ad un punto critico: riversare a valle gli aumenti diventa sempre più difficile».
C’è chi anticipa e chi no
Mentre Fonderie Mora di Gavardo al momento non ha preso decisioni «drastiche»sullo spostamento ferie («l’azienda - ci dicono - potrebbe intervenire se mutassero ulteriormente gli scenari»). Nessuno spostamento è stato deciso dal Gruppo Feralpi e da Almag di Roncadelle che chiuderà 4 settimane ad agosto (dall’azienda ci dicono che «fortunatamente l’energia ha un costo fissato nel settembre 2021»).
Anticipo di fermata estiva invece per Fonderie Guido Glisenti di Villa Carcina. «Per noi lavorare ad agosto sarebbe impossibile: la catena dei fornitori non ci sostiene nel mese tradizionalmente dedicato alle vacanze - spiega Roberto Dalla Bona -. Spegneremo i forni con una settimana d’anticipo, dal 22 luglio, per tornare in fabbrica subito dopo Ferragosto». «Questa impennata dei prezzi di luglio ci ha preso in contropiede». Anticipare le ferie di una settimana è anche la strategia adottata dall’acciaieria Aso di Ospitaletto (Asonext) che ha programmato lo stop dall’ultima di luglio e per 4 settimane. «Da mesi si cerca di lavorare nelle ore meno care - spiega la presidente Paola Artioli -. La situazione è diventata insostenibile. Bisogna agire a livello europeo per contrastare questi picchi tariffari».
«Come? Con un coordinamento dei diversi Paesi produttori di metalli - spiega Artioli -. La siderurgia bresciana ed italiana è già sostenibile. Ma dovremo ripensare la transizione energetica con un massiccio ricorso agli investimenti in energie rinnovabili, rinviando le misure drastiche e dando respiro al settore metallurgico. È necessario mantenere i livelli occupazionali: questo si può fare aumentando la competitività».
@Economia & Lavoro
Storie e notizie di aziende, startup, imprese, ma anche di lavoro e opportunità di impiego a Brescia e dintorni.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
