Economia

Corrono i valori delle case nel 2022: Brescia fa +3,9%, la provincia +7,1%

Il Listino Immobiliare di Pro Brixia. Il caro mutui mette il freno alle vendite nei primi mesi del 2023
Una veduta panoramica del centro storico di Brescia -  © www.giornaledibrescia.it
Una veduta panoramica del centro storico di Brescia - © www.giornaledibrescia.it
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Gli immobili di Brescia e provincia si lasciano alle spalle gli anni più duri e tornano e veder crescere il loro valore, anche se tassi d’interesse e inflazione rischiano di frenarne la corsa. A dirlo è l’Analisi dei valori immobiliari della piazza bresciana nell’ultimo decennio, pubblicata dalla Borsa Immobiliare di Brescia e presentata a Brixia Expo dal neo direttore di Pro Brixia, Mariella Chieppa, dal presidente del comitato di borsa Maurizio Quecchia e dal coordinatore del comitato di listino Demetrio Rossi.

Lo spaccato, che come dice la neo direttrice Chieppa «dal 1995 mette a disposizione di cittadini e professionisti strumenti ufficiali, editati da un ente pubblico», registra segnali di crescita sia nel settore residenziale che in quello produttivo dopo una lunga flessione particolarmente accentuata tra il 2015 e il 2017. Le variazioni fanno ipotizzare un ulteriore rialzo nel medio-lungo periodo, grazie anche alla forte spinta data da Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023, anche se sullo scenario pesano da un lato la svalutazione (“intorno al -18,5%”, dice Rossi) e dall’altro l’inflazione, la crescita dei tassi sui mutui e la direttiva UE sulle “case green”.

La città

Guardando ai numeri, l’incremento dei valori immobiliari si registra su tutto il territorio. Dopo una fase in negativo registrata nel 2017 (-3,18%) e le parentesi positive del 2013 e 2014 (+0,15%), nel 2022 l’aumento del valore dei fabbricati residenziali presenti in città registra una forte fase di crescita rispetto sia al 2021 (era a -0.04%) sia al 2012 (+3,97%). In tutta la città i valori tendono al rialzo: nella zona del centro (sale a quota +3,00% rispetto al 0.00% del 2021 e del 2012), nella zona nord (con un trend positivo dal 2017, tocca quota +6,18% dallo -0,18% del 2021).

Aumentano anche la zona sud (passa dal +0,98% del 2021 al +5,39% del 2022, mettendo a segno un +4,41%) e la zona est (da +3,83% a +7,65%). In miglioramento anche la zona ovest, unica che permane con segno negativo, ma che passa comunque da un -5,15% a un -1,99%.

La provincia

Percentuali importanti si notano anche in provincia, dove i fabbricati residenziali fanno registrare un +7,1% rispetto al 2012, ma con picchi del +9,48% nella macro-zona Lago d’Iseo e +23,43% nella macro-zona Valle Camonica che, sottolinea Demetrio Rossi, «mette a segno anche un +11,07% rispetto al 2021, facendo registrare le migliori performance».

La provincia, infine, registra una crescita anche nel valore dei fabbricati produttivi (il valore medio è progressivamente calato raggiungendo il picco più basso nel 2019 con -1,85%: nel 2022 registrano un +3,57%), a cui si aggiunge un leggero recupero percentuale delle aree residenziali e produttive rispetto ai valori del 2021, che tuttavia restano negative (rispettivamente a -21,88% e -15,39%).

Lo scenario

Tuttavia, i primi mesi del 2023 hanno fatto registrare una stabilizzazione. “Se le compravendite sono state tutte in crescita sino alla fine del 2022, in questi mesi stiamo assistendo ad un rallentamento, forse una sabilizzazione ciclica, o forse un processo in qualche modo condizionato sia dalla crescita dei mutui che dal rientro dell’emergenza Covid, che come noto aveva fatto invevstire molto sulla casa e su certe tipologie di abitazione”, puntualizza Maurizio Quecchia che proprio in questa logica sta già lavorando al Focus 2030, che servirà proprio per indagare i cambiamenti che il mondo immobiliare sta vivendo a seguito di quelli demografici, sociali e economici. Poi aggiunge: «Il listino e l’analisi sono strumenti di riferimento indispensabili per gli operatori della filiera. Per questo è auspicabile che gli operatori utilizzino questi strumenti e decidano di offrire il proprio contributo».

Vale la pena di evidenziare il peso della riqualificazione energetica: molti dei fabbricati esistenti in città e provincia sono stati infatti oggetto di interventi di efficientamento energetico e sismico, in grado di migliorarne il comfort abitativo e di consentire un incremento del valore stimato in percentuali massime attorno al 30% per l’energetica (involucro), 20% per l’energetica (impianti), 35% per la sismica e nel 15% per le altre riqualificazioni.

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