I prezzi di frutta e verdura sono aumentati parecchio, anche a Brescia

Un’estate di rincari per il mercato ortofrutticolo che sta diventando sempre più un bene di lusso. Incrementi registrati soprattutto su albicocche (+40,9%), ciliegie (+18,8%), pesche (+16,1%), e nettarine (+12%)
  • A Brescia i prezzi di frutta e verdura al rincaro
    A Brescia i prezzi di frutta e verdura al rincaro - Foto Gabriele Strada /Neg © www.giornaledibrescia.it
  • A Brescia i prezzi di frutta e verdura al rincaro
    A Brescia i prezzi di frutta e verdura al rincaro - Foto Gabriele Strada /Neg © www.giornaledibrescia.it
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Mangiare sano costa. Sempre di più. Succede anche con frutta e verdura che quest’estate hanno subìto rincari significativi. Se fino a pochi anni fa il loro costo era pressoché stabile, quest’anno la situazione è cambiata. A dirlo è il rapporto sull’agroalimentare italiano Ismea, che rivela un netto incremento dei prezzi medi nella prima settimana di luglio rispetto alla settimana precedente dell’anno 2024. È successo in particolare con albicocche (+40,9%), ciliegie (+18,8%), pesche (+16,1%), nettarine (+12%) e uva (+11,7%).

La tendenza è confermata anche dalla Borsa Merci Telematica Italiana (BMTI) che a maggio 2025 ha registrato una crescita nelle variazioni dei prezzi rispetto allo stesso periodo dell’anno 2024. Gli aumenti più evidenti sono stati sulle arance (49,9%), limoni (23,6%), ciliegie (20,4%), kiwi (12,7%) e albicocche (1,8%). Situazione analoga per verdura e ortaggi dove gli aumenti si sono registrati sui sedani (28,6%), scalogno (17,2%), funghi freschi coltivati (10,4%), cicoria (11,7%) e spinaci (7,3%). 

Le cause secondo Coldiretti e Confagricoltura

«Tra i fattori principali di aumento dei prezzi ci sono gli sbalzi di temperatura – spiega Giuseppe Cazzoletti, socio di Coldiretti e titolare della società agricola Cazzoletti a Mairano –. Sia le gelate sia il caldo afoso dei mesi scorsi hanno compromesso le coltivazioni, riducendo le rese e l’offerta stessa di mercato». In aumento anche i costi della produzione agricola e delle operazioni di protezione «che sono necessarie per proteggere le colture da queste temperature estreme e da eventuali malattie». 

Sul caso delle ciliegie l’esperto spiega: «Durante la primavera ci sono state piogge abbondanti che hanno danneggiato la salute della piante. Il ciliegio ha bevuto così tanto che il suo frutto è scoppiato, causando quello che viene chiamato il “cracking”. La raccolta è stata quindi povera e il prezzo è schizzato alle stelle». 

«Alcune tipologie di frutta e verdura sfusa hanno subito un aumento che va dal 20% al 25% – chiarisce Alessandro Marinoni, consigliere di Confagricoltura Brescia –. I motivi di questi rincari sono da ritrovarsi in molteplici cause, la prima è legata al cambiamento climatico. Non si esclude poi anche una carenza di manodopera – continua Marinoni –, necessaria soprattutto nelle fasi di trapianto e raccolta». Fenomeno inverso per il reparto della quarta gamma, di cui fanno parte le insalate confezionate e i prodotti pronti: «In questo settore c’è stata una riduzione dei volumi che non è stata recuperata da un adeguato aumento dei prezzi».

I fruttivendoli

«Quest’anno abbiamo aumentato i prezzi di frutta e verdura». Una scelta non voluta, ma necessaria, spiega Giuseppe Peli, titolare del negozio alimentare «Orto di Beppe e Roberto» attivo da 33 anni in centro a Brescia. «All’ingrosso i costi di alcuni alimenti erano notevolmente aumentati. Anche noi abbiamo dovuto adeguarci alle condizioni del mercato italiano: rispetto a otto anni fa i prezzi sono raddoppiati». Il brusco aumento delle temperature che si è registrato negli ultimi mesi ha avuto un impatto negativo sulla qualità di questi prodotti, «riducendo così la disponibilità di certi prodotti. Perciò poca quantità e tanta domanda fanno salire i prezzi», chiosa Peli.

Anche i negozi di frutta e verdura etnici in via San Faustino segnalano sensibili rincari, soprattutto sulle ciliegie. «Quest’estate ha portato aumenti – commenta Mohammed El Gharbawy, titolare di «Hamada Frutta Fresca», aperto dal 2008 –. Nonostante ciò, la domanda non accenna a diminuire. Con questo caldo le persone preferiscono mangiare frutta e verdura che sono alimenti freschi e facili da digerire».

Curioso invece il comportamento dei prezzi dei prodotti etnici, che rappresentano un fenomeno a sé stante: «Alcune verdure che non si trovano nei supermercati come la korolla o l’okra (la prima, una radice tipica dell’India e del Bangladesh; la seconda, una pianta erbacea del nord Africa, ndr) hanno un andamento differente rispetto al mercato italiano – spiega Hasan Md Ikramul, un giovane fruttivendolo del negozio accanto –. D’inverno raggiungono i 9 euro al chilo, mentre d’estate si vendono a 1,50 euro».

La korolla - © www.giornaledibrescia.it
La korolla - © www.giornaledibrescia.it

In Corso Garibaldi Basem Gad, proprietario del negozio «Ortofrutta Garibaldi», spiega che «si tratta di oscillazioni legate all’andamento della domanda e dell’offerta. Quest’anno a subire maggiormente il rincaro sono state l’uva e le ciliegie per la frutta e zucchine e melanzane per la verdura».

I bresciani continuano a comprare 

Di fronte al rincaro dei prezzi però i bresciani non rinunciano a mangiare sano. Ce lo dice Maria B., una signora di 86 anni, che ha da poco fatto la spesa: «Ho comprato un po’ di ciliegie e mirtilli. Ho speso tanto, ma è per i miei nipotini. Quando ero giovane e vivevo in campagna, mio padre coltivava frutta e verdura di ogni genere nel nostro orto: era tutto buonissimo. Ora, invece, i prodotti non solo costano di più, ma non hanno neanche un buon sapore».

Rincari anche sul prezzo delle ciliegie - Foto Gabriele Strada /Neg © www.giornaledibrescia.it
Rincari anche sul prezzo delle ciliegie - Foto Gabriele Strada /Neg © www.giornaledibrescia.it

«Se vuoi mangiare bene, la qualità la devi pagare» commenta Maurizio Pastora di Brescia. «Ho comprato qualche pesca, un paio di albicocche e un po’ di verdura cotta. Il costo complessivo? Venti euro per una minuscola borsa di spesa». Uscita da un negozio alimentare, anche Valentina Prati condivide le stesse riflessioni: «È aumentato tutto. Per fortuna di poco, quindi questo non ha inciso sulle mie abitudini alimentari».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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