A Brescia mai così caldo in 75 anni: giugno ha battuto anche il 2003

Riccardo Paroni
Nel corso del mese le massime hanno superato ventidue volte la soglia dei 30 gradi, raggiungendo quota 36,3 il 30 del mese. Solo tre giornate nella norma
Il termometro di piazza Repubblica - © www.giornaledibrescia.it
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Il caldo in estate è sempre normale, sostengono in molti, ma le cose non stanno proprio così. Se resta entro certi limiti è normale, non c’è dubbio, ma quando questi limiti vengono superati può diventare anomalo, eccezionale o addirittura da record.

L’ultima parola spetta ai numeri, che ci permettono di analizzare in modo oggettivo la situazione, ed ecco il loro inequivocabile responso: secondo i dati di Ghedi, con una temperatura media di +25,97°C abbiamo vissuto il mese di giugno più caldo di tutta la serie storica, iniziata nel lontano 1951. È stato battuto perfino il bollente giugno 2003, che finora deteneva il primato, con una media mensile di +25,68°C. Se ci spostiamo in città, i primi due gradini del podio sono invertiti, ma il nocciolo della questione non cambia: siamo di fronte ad un bilancio termico eccezionale, frutto di un’interminabile ondata di caldo, i cui effetti si sono fatti sentire sia in pianura che in montagna.

Andamento

Lo zero termico, nel corso dell’ultimo fine settimana, ha superato addirittura i 5.000 metri di quota, accelerando l’agonia dei nostri ghiacciai, mentre la pianura si è ritrovata sotto una cappa soffocante. Sempre secondo i dati dell’osservatorio di Ghedi, in giugno abbiamo vissuto ventisette giornate più calde della media e solo tre nella norma. L’anomalia termica mensile è stata di +3,6°C rispetto alla media relativa ai mesi di giugno del trentennio 1991-2020, mentre il confronto con la media 1961-1990 è ancor più impietoso, con un’anomalia di +5,4°C.

Le massime hanno superato ventidue volte la soglia dei +30°C, con otto valori «over 34» e un picco di +36,3°C datato 30 giugno, mentre le minime pari o superiori ai +20°C sono state quindici: spiccano, in particolar modo, i +25,1°C misurati nella notte fra il 28 e il 29 giugno. In città, sul colle Cidneo, le notti tropicali, ovvero con temperature minime superiori ai +20°C, sono state diciotto, mentre l’osservatorio di Chiesanuova, nel pomeriggio dell’ultimo giorno del mese, ha rilevato una delle massime più elevate di tutta la provincia, pari a +37,4°C. Sono numeri davvero impressionanti, soprattutto se pensiamo che mezzo secolo fa, in giugno, la media andava dai +15,3°C di minima ai +26,1°C di massima.

All’inizio del mese capitava spesso di svegliarsi con temperature di 12-13°C, per poi raggiungere i 24-25°C nel cuore del pomeriggio. Altri tempi, che tuttavia non dobbiamo dimenticare, per comprendere appieno l’impatto, sempre più drammatico, dei cambiamenti climatici, che nel corso degli ultimi decenni hanno reso irriconoscibili le nostre stagioni. Non è un caso se la classifica dei mesi di giugno più caldi di tutta la serie storica vede i primi dieci posti occupati da annate successive al 2000. Ci sono zone del pianeta in cui il riscaldamento globale procede ad una velocità particolarmente sostenuta e l’Europa centro-meridionale, purtroppo, è una di queste.

Non solo, tra i mesi che in pianura padana si sono scaldati di più, spicca proprio giugno, che secondo i dati di Ghedi ha fatto registrare, nell’arco di quarant’anni, un aumento medio di 3,5°C. Il punto più alto è stato raggiunto quest’anno, con un mese da record che ci ha regalato picchi vicini ai 36-37°C, notti tropicali e zero termico alle stelle. No, il caldo in estate non è sempre normale.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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