Economia

Beretta cresce ancora negli Stati Uniti: è secondo azionista di Ruger

Acquisito per 46 milioni di euro il 7,7% della società armiera quotata a Wall Street. Operazione dopo l’investimento nello stabilimento in Georgia
La sede di Beretta a Gardone Valtrompia - © www.giornaledibrescia.it
La sede di Beretta a Gardone Valtrompia - © www.giornaledibrescia.it
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Un’operazione da 46 milioni di dollari che imprime un’accelerazione alla presenza Beretta Holding negli Stati Uniti. Nei giorni scorsi il gruppo - guidato dal presidente Pietro Gussalli Beretta, affiancato dal fratello Franco, presidente di Fabbrica d’Armi - ha acquisito il 7,735% del capitale di Sturm Ruger & Company, storico produttore di armi con quartier generale a Southport nel Connecticut, diventando di fatto il secondo azionista del colosso Usa dopo BlackRock (che possiede circa il 16% del capitale) e superando il fondo Vanguard.

Gli Usa primo mercato

L’operazione arriva a soli due anni di distanza da un altro importante investimento negli States: i 60 milioni di euro per il nuovo stabilimento di munizioni nell’area di Savannah, in Georgia. Da Beretta Holding nessun commento sull’operazione. L’obiettivo del gruppo bresciano - così come sottolineato alla Commissione americana di controllo della Borsa, la Sec- Securities and Exchange Commission - non sarebbe quello di ottenere il controllo della società di Southport, ma dare vita ad una partnership strategica col management di Ruger. Questa strategia potrebbe aprire la strada a collaborazioni industriali e tecnologiche; dalla condivisione di componentistica alla distribuzione internazionale.

La mossa dei fratelli Gussalli Beretta è coerente con la strategia di espansione del gruppo bresciano, che negli ultimi anni ha diversificato in modo deciso il portafoglio (da Tikka a Sako, dall’acquisizione di Norma Precision alla svizzera Ruag Ammotec) e punta a rafforzare la propria presenza nel mercato nordamericano, il più ricco e competitivo del mondo.

Il gruppo Usa

Fondata nel 1949 da William Ruger e Alexander McCormick Sturm, la società è tra i più grandi produttori indipendenti di armi civili negli Stati Uniti. Il suo catalogo copre quasi ogni segmento: pistole, revolver, fucili da caccia e da tiro sportivo, armi per autodifesa e linee speciali dedicate al mercato militare e di polizia. Con stabilimenti in New Hampshire, North Carolina e Arizona, Ruger presidia il cuore manifatturiero americano e si rivolge quasi esclusivamente al mercato domestico, che resta il più redditizio al mondo. Nel 2024 Ruger ha registrato vendite per circa 535 milioni di dollari, in leggero calo rispetto al 2023, ma con un quarto trimestre in crescita (+19% anno su anno). L’utile per azione si è attestato a 1,77 dollari, mentre la politica dei dividendi è tra le più generose del comparto: circa il 40% degli utili trimestrali distribuiti agli azionisti.

L’operazione Beretta ha avuto un effetto immediato sul titolo Ruger a Wall Street che, in un solo giorno, ha guadagnato il 6,3%, segnale che l’investimento del gruppo Beretta - sinonimo di tradizione, tecnologia e qualità made in Italy -è stato letto dagli investitori come indice di fiducia sulla solidità e sul potenziale di Ruger.

Il numeri

Il gruppo bresciano che il prossimo anno si appresta a festeggiare i suoi primi 500 anni di storia (nel 1526 il maestro Bartolomeo Beretta da Gardone vendette 185 canne di archibugio all'Arsenale di Venezia per 296 ducati) può contare oggi su oltre 20 marchi. Nel 2024 Beretta Holding - che ha sede in Lussemburgo - ha segnato ricavi consolidati di oltre 1,6 miliardi, con un Ebitda di 252 milioni. I dipendenti del gruppo sono oltre 6.000.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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