Economia

Apindustria, nuovo corso: diventa Confapi Brescia

Alla festa dei 60 anni annunciato il cambio di denominazione. Il presidente Cordua: «Futuro di crescita»
L’intervento del presidente di Confapi Brescia, Pierluigi Cordua - Foto NewReporter © www.giornaledibrescia.it
L’intervento del presidente di Confapi Brescia, Pierluigi Cordua - Foto NewReporter © www.giornaledibrescia.it
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L’orgoglio di «essere il dna dell’economia libera». Piccole e medie imprese capaci di «grande flessibilità, reattività e resilienza», con dispiacere «dei colossi, che vorrebbero vederci scomparire». Una forza «seria e disponibile a parlare con le istituzioni e le altre categorie per il benessere delle comunità». Dal palco di Brixia Forum il presidente di Confapi Brescia (da oggi il logo perde il nome Apindustria), Pierluigi Cordua, rivendica il ruolo dell’associazione che riunisce mille e trecento imprese. Lo fa in una occasione speciale, il compleanno per i 60 anni, davanti a oltre settecento ospiti: imprenditori, autorità, politici, esponenti della società civile. Una festa d’anniversario - dal titolo «Una grande storia da raccontare» - per ricordare quanto fatto, ma soprattutto proiettare Confapi verso il futuro. Con i messaggi due citati in premessa: siamo una forza indispensabile per il tessuto produttivo provinciale, uniamoci per far crescere il sistema Brescia.

Crisi

Pierluigi Cordua, 13° presidente di Confapi, prosegue una storia iniziata con il boom economico, che ha attraversato tanti cicli, superando crisi gravi. Celebra i 60 anni in un contesto difficile. Le sfide si possono perdere o vincere (meglio ovviamente), in ogni caso, dice Cordua citando Winston Churchill, «è il coraggio di continuare che conta». I piccoli imprenditori, sottolinea il presidente, «da sempre hanno fatto dell’innovazione uno dei cardini della loro attività», accettando le scommesse che nel tempo si sono presentate. La pandemia non ha piegato le pmi, anzi. Sono state le più veloci a reagire. La lotta contro il Covid «è stata un esempio unico di collaborazione fra pubblico e privato, ci ha fatto capire quanto sia forte il nostro territorio quando è unito». La guerra e il costo dell’energia «stanno mettendo a dura prova i nostri imprenditori. È venuto il tempo - afferma Cordua - di dire basta a soluzioni temporanee senza una visione strategica».

Green

La svolta green, attacca, «non può essere ideologica e dirigistica, ma deve tenere conto delle conseguenze sull’economia. Penso, ad esempio, all’automotive. Serve la neutralità tecnologica». La burocrazia deve «favorire, non penalizzare come sta facendo, chi vuole installare sui suoi capannoni i pannelli fotovoltaici». Confapi, annuncia Cordua, «vuole diventare centro di coordinamento per le Comunità energetiche». Come associazione «rafforzerà lo spirito di collaborazione fra le sue imprese».

Il nuovo presidente nazionale, Cristian Camisa, eletto dieci giorni fa, ha reso omaggio al suo predecessore, il bresciano Maurizio Casasco, fresco deputato: «È grazie al suo lavoro se Confapi è centrale nella rappresentanza nazionale delle categorie». Casasco (presidente European Entrepreneurs Cea-Pme), dal palco mette in guardia sui prossimi 4/5 mesi: «Ci aspetta una recessione, che speriamo possa poi passare». Sottolinea la necessità di «investire sul nostro capitale umano, sulla conoscenza e sulla competenza dei nostri collaboratori affinché siano in grado di sfruttare pienamente le innovazioni tecnologiche». Insiste perché «si investa nella scuola, garantendo pari opportunità, ma premiando il merito». Frena sulla transizione ecologica, che «non può significare la desertificazione delle aziende. La data 2035 per l’auto elettrica va spostata».

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