Agliardi: «Più formazione e conoscenza per costruire il futuro artigiano»

L’intervista all’imprenditore e da poco ex presidente dell’Associazione Artigiani di Brescia
Bortolo Agliardi - © www.giornaledibrescia.it
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«In un mondo che cambia ad una velocità impressionante, che impone agli imprenditori sempre più competitività, la strada da seguire è quella della formazione e della conoscenza.

Ed il ruolo di un’organizzazione è offrire agli associati opportunità per crescere, contatti con strutture adeguate, interlocutori validi e qualificati. Oggi più che mai, dobbiamo puntare sull’alta formazione continua per i dipendenti, ma anche e soprattutto degli imprenditori: solo così potranno guidare il cambiamento e traguardare il futuro».

Dopo otto anni saldamente alla presidenza dell’Associazione Artigiani, Bortolo Agliardi passa il testimone all’imprenditore Mauro Marenda eletto alla guida dell’organizzazione lo scorso 21 marzo. Agliardi muove i primi passi in Associazione Artigiani nei primi Anni Novanta, accanto all’allora direttore Lino Poisa che gli affida la responsabilità del settore Trasporti e successivamente entra nel Cda di Confetra, la «Casa madre» del trasporto italiano. In giunta entra 31 anni fa, con la presidenza di Enrico Mattinzoli. «Gli anni nella giunta Mattinzoli sono stati una grande palestra di vita, mi hanno permesso di comprendere la storia, la filosofia e gli obiettivi di una associazione che si pone al servizio degli iscritti».

Quale insegnamento si può trarre da questi otto anni di presidenza?

«L’apertura all’ascolto. Il mondo artigiano è tanto vasto quanto complesso. L’associazione è articolata in 84 categorie e raggruppa imprenditori profondamente diversi tra loro: ci sono i falegnami, i meccanici, gli edili, i trasportatori, gli impiantisti di ogni settore, pittori, tutti gli specialisti del settore della meccanica, tutto il mondo dei servizi all’impresa ed alla società civile, ma anche i servizi alla persona, estetisti, manicure, parrucchieri.

Ogni categoria è un mondo a sé stante, con problematiche peculiari, questioni sindacali, temi legati alla sicurezza. C’è molto da capire e tantissimo da imparare».

Come è cambiato in questi anni il rapporto tra gli associati?

«L’associazione è per certi versi lo specchio della società. Il cambiamento è inevitabile. Le faccio un semplice esempio: un tempo le riunioni in associazione erano litigiose, c’era negli associati la voglia di primeggiare, di imporre le proprie tesi, la propria visione.

Ma allo stesso tempo i nostri padri avevano la consapevolezza dell’importanza di restare insieme. Questo desiderio di unità oggi sembra essere smarrito, vedo molto individualismo. L’utilizzo dei "device" porta a pensare di poter essere autonomi ed autosufficienti, di non aver bisogno di far parte di un’associazione. Ma è un grande errore».

Come conquistare e coinvolgere gli artigiani oggi?

«Facendosi portatori di conoscenza dei problemi che affliggono le nostre piccole imprese; mettendo al centro gli interessi di coloro che non hanno voce e cercando le soluzioni per il cambiamento. Negli anni della mia presidenza ho puntato molto su una comunicazione onesta e libera; ho sempre cercato di avere un rapporto umano e veritiero con le istituzioni perchè comprendessero quelle che sono le reali esigenze degli artigiani».

Quali sono queste esigenze?

«Gli artigiani hanno bisogno di avere interlocutori preparati e veloci alla risoluzione dei problemi che giornalmente devono affrontare, ed in questo lo possono trovare aiuto nella società di servizi AssoArtigiani composta da dipendenti che conoscono la materia specifica del settore e consigliano l’artigiano nelle scelte.

Ricordo i successi ottenuti con le riunioni sui temi della finanza direttamente in azienda: siamo riusciti a portare i direttori delle filiali Ubi nelle officine e nei laboratori dei nostri associati».

Il suo legame con l’associazione resta molto forte. Quale è la cosa che serve più di tutto oggi all’imprenditore?

«In questi anni me lo sono chiesto più volte; la risposta che mi sono dato è il tempo. La società di servizi deve avere come obiettivo quello di dare "tempo" all’imprenditore, sfruttando al massimo le competenze da offrire alle imprese.

AssoArtigiani si occupa a 360 gradi delle problematiche delle imprese, possiamo considerarci grandi esperti per le pmi. Ancor più in una fase in divenire come quella che stiamo vivendo fatta di intelligenza artificiale, cybersecurity, relazioni internazionali. Non mi stancherò mai di ripeterlo: conoscenza e formazione devono essere centrali. Gli accordi siglati nel corso del mio mandato con Accademia Santa Giulia e Itc Machina Lonati, come pure l’esperienza formativa avviata a Padernello vanno proprio in questa direzione».

Ed il rapporto con le altre associazioni?

«È sempre stato ottimo. Nel rispetto dei singoli ruoli. Il confronto con altre realtà del territorio non è mai negativo. L’obiettivo finale deve essere sempre il medesimo: analizzare le problematiche, trovare le possibili soluzioni, approfondire l’interlocuzione con il mondo politico per arrivare a risolvere i problemi dell’associato. I problemi sono comuni a tutti i settori: il confronto è indispensabile per il bene dell’economia che tutti rappresentiamo».

Al nuovo presidente Mauro Marenda cosa augura?

«Di essere un visionario, di guardare al domani, di essere un grande comunicatore nel descrivere la capacità del fare tipica del nostro mondo artigiano. Ma anche incitare la squadra dei nostri associati ad avere sempre voglia di mettersi in gioco. Sono molti gli aspetti negativi che caratterizzano i nostri tempi. La burocrazia ad esempio sta diventando asfissiante. Ma nella vita, come in associazione, ho sempre cercato di guardare il bicchiere mezzo pieno. Oggi più che mai dobbiamo essere portatori di un nuovo verbo soprattutto nei confronti dei giovani: perchè fare l’artigiano è, e resterà, il mestiere più bello del mondo».

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