Economia

Fuga dall’artigianato: nell’ultimo decennio a Brescia in quasi 9mila verso il posto fisso

Unanime il commento dei rappresentanti di categoria bresciani: «Burocrazia soffocante»
Un artigiano al lavoro - © www.giornaledibrescia.it
Un artigiano al lavoro - © www.giornaledibrescia.it
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Una vera e propria fuga, impressionante a dirla tutta. Gli artigiani sono infatti in calo continuo, non in via d’estinzione sia chiaro, ma i lavori manuali (nelle loro mille declinazioni) hanno sempre meno appeal.

Attenzione però, questo non riguarda solo i giovani, pure chi ha esercitato la professione per tanti anni (e non ha ancora raggiunto il tempo della pensione) spesso preferisce chiudere la partita Iva e continuare a lavorare come dipendente. Insomma, quel posto fisso che sembrava piacere sempre meno invece attrae eccome gli artigiani.

Cause

La fotografia dello stato di salute del mondo artigiano arriva dalla Cgia di Mestre. I numeri, appunto, parlano chiaro: in dieci anni, a livello nazionale, gli artigiani sono calati di 325mila unità, ovvero il 17,4% in meno. Nel decennio si è registrata una crescita, sull’anno precedente, sono nel 2021, ma il 2020 (lo ricordiamo bene) è stato segnato dalla pandemia, quindi atipico da moltissimi punti di vista. Brescia non fa certo eccezione, anzi, dal 2012 gli artigiani che hanno optato per il cambio vita sono stati ben 8.735; per fare alcuni esempi, a Roma il calo è stato di 8.988 unità, a Milano quasi 16mila.

Nella vicina Bergamo il calo è stato di 8.891, praticamente come da noi, del resto sono due territori molto simili anche dal punto di vista del lavoro. Le cause? Il forte aumento dell’età media, la feroce concorrenza esercita dalla grande distribuzione, in questi anni anche il boom del commercio elettronico, la crescita degli affitti e delle tasse nazionali e locali.

Gli esperti

Eugenio Massetti, presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia, non vuole parlare di una fuga dall’artigianato, anche se ammette che «le difficoltà ci sono, è ovvio, come è indubbio che sui giovani il nostro mondo sia sempre meno attrattivo». «Sicuramente - prosegue il presidente - i ragazzi di oggi non hanno più voglia di mettersi in proprio. Magari si comincia con passione, ma poi questa va scemando nel tempo».

Perché accade questo? «Sicuramente la burocrazia, l’immensa burocrazia, gioca un ruolo determinante. Gli artigiani sono letteralmente schiacciati dagli impegni cui far fronte extra il loro lavoro, ecco perché molti preferiscono passare al posto fisso». Massetti sottolinea che di lavoro per gli artigiani ce n’è moltissimo, «ma i giovani non sono più abituati all’impegno manuale».

Punta il dito contro la burocrazia anche Bortolo Agliardi, presidente dell’Associazione Artigiani di Brescia, «gli artigiani sono persone concrete, grandi lavoratori che svolgono con passione la propria professione, ma oggi la burocrazia è diventata oppressiva ed estenuante, un impegno da assolvere oltre alle classiche ore della giornata lavorativa, che già non sono poche. Se poi a questo si somma l’aumento continuo dei costi, la mancanza di un ricambio generazionale, anche tra i dipendenti, ecco che molti preferiscono diventare dipendenti». Agliardi conferma la difficoltà nel trovare collaboratori. «Ma attenzione, non parliamo solo di figure di alto profilo - sottolinea -, non si trova proprio personale. E questo a fronte di un mercato particolarmente vivace».

Burocrazia nemico contro cui puntare il dito anche per Eleonora Rigotti, presidente Cna Brescia: «I risultati dell’indagine della Cgia Mestre non mi sorprendono troppo. Ci sono chiari segnali che vengono rilevati da tempo e su cui noi, come associazione, abbiamo portato l’attenzione. A cominciare dalla burocrazia, che in Italia grava ancora in misura eccessiva su chi decide di lavorare in proprio, così come gli oneri di tasse e imposte varie; ricordiamo che un imprenditore artigiano deve lavorare almeno fino a luglio prima di celebrare il tax free day». Non solo, «la riduzione delle marginalità degli ultimi anni causata da inflazione e speculazioni disincentiva gli artigiani a proseguire. Consequenziale, dunque, che sempre meno giovani vogliano intraprendere attività artigiane, non agevolati peraltro in ciò dai passaggi generazionali».

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