Economia

A Brescia dagli immigrati un gettito Irpef di 274 milioni

Siamo quarti in Italia dopo Milano, Roma e Torino per numero di contribuenti nati all’estero: 126mila
Sono numerosi i lavoratori stranieri nel Bresciano - © www.giornaledibrescia.it
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Dopo la pandemia, il 2022 segna una ripresa della componente immigrata sul fronte delle dichiarazioni dei redditi e la Lombardia e Brescia fanno la parte del leone. Ad evidenziarlo è lo studio della Fondazione Moressa su dati Mef - Dipartimento delle Finanze, che analizzando le dichiarazioni dei redditi 2022 (anno d’imposta 2021) evidenzia appunto la ripresa della componente immigrata, che arriva a toccare il massimo storico dopo il calo registrato durante il Covid. Il numero di contribuenti nati all’estero arriva infatti a 4,31 milioni (+3,4% rispetto all’anno precedente e +21,9% rispetto a dieci anni prima), con conseguenti massimi storici anche per quanto attiene il volume di redditi dichiarati (64 miliardi, +9,3% rispetto al 2020) e l’Irpef versata (9,6 miliardi, +14,8%).

Dati alla mano, il report evidenzia che oltre la metà dei contribuenti nati all’estero si concentra in quattro regioni: Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Lazio. In particolare, la Lombardia domina la classifica sia per quanto attiene il volume dei redditi dichiarati (15,7 miliardi di euro) che per l’Irpef versata (2,5 miliardi).

Brescia seconda in Lombardia

Nella classifica regionale Brescia occupa il secondo posto e registra un volume di redditi dichiarati di 2,05 miliardi di euro, un reddito medio per il contribuente nato all’estero di 16.640 euro (la media nazionale è di 15.410) e un differenziale tra stranieri e italiani di 8.370 euro (contro gli 8 mila della media nazionale).

Sul fronte Irpef, sul quale inevitabilmente si ripercuote il differenziale di reddito, si vede che nella nostra provincia ciascun contribuente immigrato ha versato 3.120 euro nel 2021 (la media nazionale è di 3.460 euro), 2.730 euro in meno rispetto alla media dei nati in Italia (5.650). Per un gettito Irpef di 274 milioni.

Complessivamente, si nota come il differenziale tra redditi tra nati in Italia e all’estero rimanga ancora piuttosto elevato in tutto il Paese.

I redditi

Tornando ai dati nazionali, vale la pena di evidenziare che tra i contribuenti nati all’estero, quasi la metà (45,5%) ha dichiarato un reddito annuo inferiore a 10 mila euro, mentre tra i nati in Italia, in quella classe di reddito si attesta solo il 28% dei contribuenti. Situazione opposta per i redditi più alti: appena l’11,7% dei contribuenti nati all’estero si colloca nella fascia 25-50mila, contro il 25,8% dei nati in Italia.

Nella fascia di reddito oltre 50mila euro, infine, si colloca il 2,1% dei nati all’estero, contro il 6,5% dei nati in Italia. Complessivamente, i contribuenti nati all’estero rappresentano il 10,4% del totale nazionale: il 15,3% è nato in Romania (658 mila), seguita da Albania (350 mila), Marocco (267 mila) e Cina (189 mila). Mediamente la componente femminile si attesta al 44,5%, con picchi molto più alti tra i paesi dell’Est Europa (Ucraina, Moldavia, Polonia) e dell’America Latina (Perù, Brasile).

I ricercatori della Fondazione Leone Moressa segnalano che l’«apporto dei contribuenti immigrati ha raggiunto il massimo storico, che si concretizza in quasi 10 miliardi di Irpef versate nelle casse dello stato». «Lo scenario economico attuale ha evidenziato una carenza di manodopera legata alle dinamiche demografiche e al riassetto del mercato del lavoro, rendendo necessari nuovi ingressi di lavoratori immigrati. Ingressi che, come evidenziato anche dal Def 2023, porteranno benefici economici e fiscali a medio e lungo termine».  

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