Cultura

Nella «tana» dei musicisti, il live è servito... «Homewhere»

Così si chiama la nuova web serie ideata da ROAM e Bahnhof Zoo, che filmano un live a domicilio in cambio di pranzi e merende
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Per loro la (bella) musica è un affare di famiglia, da servire a domicilio, accompagnata da un bicchiere di vino e da consumare insieme alla merenda o, se va ancora meglio, col pranzo. È questa la ricetta, accattivante quanto genuina, di «Homewhere», web serie ideata e realizzata da ROAM e Bahnhof Zoo, al secolo il musicista e tecnico del suono Ronnie Amighetti e il fotografo Franco Bruna.

Il progetto.
La modalità è semplice: i due «occupano» per qualche ora la casa di un artista e filmano la sua esibizione acustica, prima di diffonderla sui social. «La nostra idea - spiega serissimo Ronnie - era trovare un modo per occupare la domenica. E, potendo, riuscire a scroccare un pranzo o quantomeno una merenda. Per non fare figuracce siamo partiti dagli amici musicisti, ma l’obiettivo è arrivare fino nel salotto di qualche artista super famoso».

È così che i due hanno buttato giù una lista e hanno cominciato con gli autoinviti. Prima il divano del duo bluegrass The Quarry Brothers, con tanto di border collie in prima fila; poi casa Zucchi (Angelo) nella Bassa, con biscotti e formaggio di contorno; e ancora terza tappa al pianoforte vista libreria di Ottavia Brown. Di seguito Ronnie e Franco se la sono vista col micio di Fabio Dondelli, che versa - Fabio non il micio - un Pinot ma è arcinoto per essere un asso ai fornelli; poi sono passati in Valcamonica per l’«on stage» di Marco Bressanelli e infine l’obbligata tappa da Staggerman. Che è anche colui che ha dato ufficialmente il nome al progetto, prendendo come spunto nientemeno che dai Beatles.

Questi sono al momento i video già pubblicati e visualizzati sul canale YouTube e sull’omonima pagina Facebook «Homewhere». Di prossima uscita, come rivela in anticipo Ronnie, le ospitate nei salotti di Manuele Zamboni, Freaky Mermaids, Matteo Mantovani, Filippo De Paoli dei Plan de Fuga, Andrea Van Cleef e, per le quote rosa, la talentuosa Lu Pangra degli Ovlov. «E per chiudere questa prima stagione ci sarà una sorpresa col botto. O almeno speriamo. Poi ci prendiamo una meritata pausa estiva e se tutto andrà bene riprenderemo in autunno, magari transmigrando oltre confine, nei territori di Bergamo e Milano. Ma sempre, rigorosamente, nelle case. «Si - conferma Ronnie - perché l’idea di base è quella di beccare i musicisti nella loro tana, alla scoperta del posto dove, nella stragrande maggioranza dei casi, compongono la loro musica».

Il processo, poi, è semplice. ROAM e Bahnhof Zoo arrivano e viene servito il calice d’ordinanza. Poi vengono installate due macchine video («di cui una prestata perchè non possiamo permettercene due»), un registratore «gentilmente fornito da Marco Franzoni», due luci e un microfono. «Generalmente facciamo due o tre take e poi scegliamo il migliore insieme al musicista, per sicurezza facciamo anche un ripresa in playback e immagini di contorno».

E i pezzi? Ogni artista è liberissimo di scegliere a piacimento. Che chi - e non ve lo sveliamo in anticipo - ha scelto una cover, chi un pezzo del suo repertorio e ancora chi ha deciso di regalare ad «Homewhere» un inedito, o un ineditissimo. «Poi montiamo i video e li pubblichiamo rigorosamente il venerdì alle 13. Perchè le statistiche dicono che è un momento molto propizio per le visualizzazioni». Lo sapevate? Ecco.

L’obiettivo finale, al termine di questa prima stagione, è realizzare un «Homewhere» live: un concerto che possa radunare sul palco tutti i protagonisti. Per la location le candidature sono aperte. E chi ha orecchie per intendere...

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