Musica

Renga a Sanremo: «Vi racconto la mia crescita personale»

Ilaria Rossi, Marco Zanetti
Svelati i titoli dei brani dei 30 big in gara alla 76esima edizione del Festival dal 24 al 28 febbraio. Il bresciano con «Il meglio di me»
Francesco Renga con Carlo Conti - © www.giornaledibrescia.it
Francesco Renga con Carlo Conti - © www.giornaledibrescia.it
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Quando l’orologio segna le 23.43, arriva l’ora di Francesco Renga. È l’ultimo dei 30 «big» a salire sul palco del Teatro del Casinò di Sanremo, per svelare, durante la finale di Sarà Sanremo, il titolo del brano con cui concorrerà alla 76esima edizione del Festival, in programma dal 24 al 28 febbraio. «Un veterano» lo presenta Carlo Conti, che lo accoglie sul palco dopo Michele Bravi, Ditonellapiaga e Chiello. «Per lui è l’undicesima volta - aggiunge il presentatore -. La prima coi Timoria e, indimenticabile, quella del 2005 vinta col brano dedicato alla figlia».

Elegantissimo in completo blu e camicia a righe, Renga saluta e si stupisce: «Undici? Come Patty (Pravo): che onore. Ho vinto esattamente vent’anni fa: mia figlia adesso ha 21 anni». Quest’anno all’Ariston, svela il cantautore bresciano con un sorriso sornione «porto “Il meglio di me”. Una canzone importante, che è una riflessione sulla mia crescita personale. In questo pezzo affronto paure e fragilità di un uomo, senza proiettarle sugli altri».

Gli altri in gara

L’unico portacolori nostrano fra i 30 «big» scriverà una nuova pagina della propria lunga carriera. E come lui faranno altri colleghi: la strada per il Festival della canzone italiana 2026 è definitivamente tracciata. E provandone a riassumere i concetti-chiave, preponderante - come sempre - l’amore: ne parlano Levante in «Sei tu», Leo Gasmann in «Naturale» e il duo Lda-Aka7even in «Poesie clandestine». Stessa onda viene cavalcata dagli esordienti Sayf con «Tu mi piaci tanto» ed Eddie Brock con «Avvoltoi». Più frizzantine, invece, le atmosfere firmate da Elettra Lamborghini («Con “Voilà” muoverete il bum bum», ossia il fondoschiena), da Ditonellapiaga in «Che fastidio» e da Dargen D’Amico: intrigante quell’«AI AI» nel suo inedito con allusioni all’intelligenza artificiale.

Senza discostarsi troppo, il mondo virtuale è anche al centro del progetto «Prima che» del giovane Nayt. Cambiando invece scenario e carte d’identità, il direttore artistico Carlo Conti piazza in scaletta diversi veterani dell’appuntamento in riviera: dall’undicesima partecipazione della recordwoman Patty Pravo con «Opera, passando per Raf che, per la quinta apparizione all’Ariston, punta sull’autobiografica «Ora e per sempre». E chi in passato vanta già un’affermazione al contest canoro per eccellenza, per il 2026 il focus è su racconti; chi con sguardo un po’ infantile (vedi Arisa con «Magica favola») e chi con un occhio sull’attualità in “Stella Stellina” (nel caso di Ermal Meta). Tutto da scoprire poi il rock-power di «Resta con me» proposto dalla rock band al femminile «Le bambole di pezza».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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