Musica

Renga, Nek e La Sad cantano insieme «Angelo»

Il duo e il trio sono stati ospiti a «Domenica In» e nel backstage si sono esibiti nella canzone con cui il bresciano ha vinto il Festival di Sanremo nel 2005
La Sad, Renga e Nek cantano Angelo e postano la performance nelle storie di Instagram
La Sad, Renga e Nek cantano Angelo e postano la performance nelle storie di Instagram
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Anche Mara Venier, nel corso della puntata di «Domenica In» andata in onda ieri dall’Ariston, li ha annunciati nel modo che abbiamo imparato a conoscere queste sere, quando Amadeus si è divertito a presentarli col nome strascicato e l’ugola sforzata, come del resto hanno fatto loro prima, durante e dopo l’esibizione a Sanremo di «Autodistruttivo». Ovvero: «La Saaaaeeeed». Ieri infatti c’è stato un supplemento di festival per i partecipanti al Festival di Sanremo 2024 e il salotto domenicale di Venier ha preso le sembianze del teatro sanremese. Non hanno fatto eccezione i tre punk, tra cui il bresciano Matteo Botticini, in arte Theø.

Presenti anche Renga-Nek che hanno spiegato il senso della loro «Pazzo di te». «La nostra – hanno detto – è una canzone che vuol restituire dignità all’amore, sentimento bistrattato e spesso rappresentato in modo sbagliato, con amori tossici, amori che non sono amori. Quindi abbiamo ideato questa canzone per la nuova generazione, essendo anche padri: ci siamo sentiti in dovere di essere coerenti, diretti e semplici. Abbiamo voluto parlare ai nostri figli». «È un motivo – ha chiosato Francesco – col sapore retrò delle canzoni anni ’60-’70, del festival in bianco e nero, dove veniva rappresentato l’amore adulto, non possessivo ma libero».

Poi un fuoriscena bresciano nel backstage, postato sui social sia da Renga che da Theø, ovvero l’interpretazione comune al duo e al trio di «Angelo», con cui Renga vinse Sanremo nel 2005.

Congedo più soft per Mr.Rain che ha ringraziato tutti su Instagram dando l’arrivederci ai fan ai suoi concerti, ringraziando il pubblico per «l’anno migliore della mia vita». 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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