Cultura

Casa museo Zani, 31 miniature dell'artista veneziana Rosalba Carriera

L'esposizione è aperta dal 9 settembre. Per l'occasione il catalogo delle opere è disponibile in edicola insieme al Giornale di Brescia
Una sala della casa museo, a destra sulla parete una Veduta di Canaletto - © www.giornaledibrescia.it
Una sala della casa museo, a destra sulla parete una Veduta di Canaletto - © www.giornaledibrescia.it
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La casa museo della Fondazione Zani di Cellatica, dal 9 settembre, propone una selezione, proveniente da una collezione privata, di 31 miniature della pittrice veneziana Rosalba Carriera. Il Catalogo della opere esposte alla mosta è disponibile in edicola, insieme al Giornale di Brescia, dal 9 settembre al costo di 9 euro (più il prezzo del quotidiano).

«Femmes savantes» e cicisbei, intellettuali di grido e imperatori. L’Europa dei lumi e dell’ancien régime sfilò sotto gli occhi indagatori di Rosalba Carriera. E la pittrice veneziana (1670-1757), tra le artiste italiane più celebrate nella Penisola e in tutto il continente, non fece sconti a nessuno. Nei suoi famosi e ricercati ritratti a pastello - tecnica da lei perfezionata - e in quelli a miniatura, di cui ora la casa museo della Fondazione Zani di Cellatica propone una cospicua selezione da una collezione privata - scrutò sguardi e moti dell’animo dietro parrucche e belletti, riportando in pochi centimetri quadrati l’immagine di una società che non sapeva ancora di essere in precario equilibrio sul baratro della storia.

La figura di Rosalba Carriera

Rosalba non è figlia d’arte (il padre è fattore, la madre ricamatrice le trasmette i primi rudimenti del disegno) ma cresce in una Venezia in cui l’emancipazione economica e professionale delle donne è cosa assodata. Tante le imprenditrici nel campo dell’artigianato e del commercio, tante le amministratrici di patrimoni affidati loro da mariti in viaggio per lavoro. Rosalba non fa eccezione, è allieva di importanti artisti tra cui Antonio Balestra, e con le sorelle Giovanna e Angela avvia un’attività di decorazione delle tabacchiere d’avorio. Sui «fondelli» delle preziose scatolette dipinge scene di genere e i primi ritratti, la sua fama si espande fino a farla accogliere nella prestigiosa Accademia di San Luca di Roma.

I suoi ritratti a miniatura e poi quelli eseguiti con la tecnica del pastello, entrambi nel segno di uno stile che abbandona la pesantezza del barocco per sposare le trasparenze e i toni cipria del Rococò, diventano pezzi unici ambiti dai viaggiatori europei che fanno tappa a Venezia nel loro «grand tour» in Italia. Fino al tour europeo della stessa artista, che come una vera star è attesa e invitata alla corte di Francia (nel 1720, qui stringerà amicizia con Watteau, di cui eseguirà vari ritratti, uno in mostra), poi a Vienna (dove incontrerà Metastasio, anch’egli ritratto), prima di tornare a Venezia dove muore nel 1757, lottando negli ultimi anni con una forma grave di cecità.

Opere oggetti di collezionismo

Per il genere e per le dimensioni, le opere di Rosalba Carriera sono fin da subito ricercati oggetti di collezionismo. Il principe di Sassonia è tra i suoi maggiori estimatori, e raccoglie pezzi ora conservati alla Galleria nazionale di Dresda. Ma anche ai nostri giorni la passione per Rosalba Carriera, riscoperta da Roberto Longhi negli anni ’40, continua. Come testimonia la collezione in mostra alla casa museo Zani: trentuno miniature, tra ritratti e scene di genere e mitologiche, che documentano l’intera attività dell’artista.

Nell’autoritratto, come in altre occasioni, Rosalba si presenta senza sconti, con i tratti marcati che la contraddistinsero. Introspezione psicologica, al limite della caricatura, nel ritratto di Watteau sotto la parrucca incipriata, mentre i volti del principe di Sassonia e degli altri nobili restano più formali, arricchiti dalla definizione dei dettagli dell’abbigliamento, cui in catalogo viene dedicato un ampio saggio di Massimiliano Capella, direttore della Fondazione Zani e curatore della mostra assieme ad Alberto Craievich.

Caratteristica la scenetta di genere con dama e uomo in maschera, soggetto ricercato dai turisti dell’epoca. Morbide le forme della Venere col putto e delle figure del Baccanale, scene di genere pienamente inserite nel classicismo in voga all’epoca.

In dialogo con altri artisti

Con l’esposizione della collezione di miniature - in mostra saranno ognuna sotto una teca di cristallo, come veri e propri gioielli di raffinata esecuzione - nella collezione di Cellatica si colma, anche se solo temporaneamente, un vuoto nella narrazione del Settecento veneziano. Fino a gennaio Rosalba dialogherà con Canaletto, Guardi, Bellotto, Marieschi, i grandi vedutisti di cui la collezione bresciana possiede veri capolavori.

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