Cultura

A Concesio la mostra su Andy Warhol, tra spiritualità e un tramonto californiano

Nella mostra di Concesio in anteprima italiana ed europea ciò che resta di un film-opera d’arte
L’artista Andy Warhol
L’artista Andy Warhol
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Era il 4 ottobre 1965 quando Andy Warhol annotava sul proprio diario personale: «Abbiamo visto la maggior parte del tour del Papa a New York in Tv alla Factory. È passato proprio sotto la nostra finestra mentre si recava alle Nazioni Unite. Io rimasi lì solo a pensare a come Paolo VI, lui in persona, era venuto proprio accanto alla Factory quel pomeriggio. (...) Voglio dire, il Papa, il Papa! Fare tanto in così poco tempo con quello stile... non riesco a immaginare niente di più Pop».

Quasi sessant’anni dopo le traiettorie sono invertite, ed è il padre della Pop Art statunitense ad approdare nei luoghi montiniani. Accade con «Andy Warhol. SUNSET. Un video spirituale»: anteprima italiana ed europea (presentata ieri a Concesio da Paolo Sacchini, Pierangelo Guizzi, Gian Maria Seccamani Mazzoli e Bettina Piccioli) di ciò che resta del lungometraggio pensato dall’artista su commissione della Chiesa statunitense - tramite i grandi collezionisti de Menil - per l’HemisFair, la Fiera Mondiale di San Antonio del 1968. Sono 33 minuti di girato, inquadratura fissa, in sottofondo l’inconfondibile voce di Nico - biondissima vocalist della band icona The Velvet Underground & Nico (sì sì, quelli del disco con la Banana) - il cui fraseggio sulla vita e sulla morte, la luce e l’oscurità, la presenza del divino nel terreno, scandisce come un pendolo il tempo lentissimo di una visione che, se ben condotta, ha a che fare con la riflessione.

  • Il video Sunset e la conferenza stampa di presentazione della mostra
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  • Il video Sunset di Andy Warhol a Concesio - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it
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Anche se dal cinema mutua il formato video, quello che scorre sul maxischermo al piano interrato del Museo non è da approcciare come un film, bensì come un quadro da contemplare: un paesaggio, un orizzonte esteriore e anche un po’ interiore in cui il concetto di tramonto è da intendersi nel senso più ampio del termine. Il filmato - una delle opere più emblematiche del denso rapporto tra Warhol e l’orizzonte della spiritualità cattolica - era destinato al padiglione ecumenico dell’esposizione internazionale di San Antonio, Texas. Warhol propose di realizzare un film sul tema dell’alba e del tramonto, e a seguito dell’approvazione iniziò a filmare il calar del sole in vari luoghi degli Stati Uniti. Un rullo girato su una spiaggia ad East Hampton, Long Island; due rulli a New York in Central Park; un altro contiene le riprese nel sobborgo di Sausalito a San Francisco; mentre il rullo denominato Reel 77 - noto appunto anche come Sunset e bobina più lunga dell’intero progetto - contiene le riprese di un tramonto girate al largo della costa della California.

Il lungometraggio non fu mai completato, così come il padiglione cattolico. Le ipotesi si susseguono: «È possibile che non siano stati assicurati i finanziamenti per il padiglione stesso e che la Chiesa cattolica, avendo già un grande seguito nella regione, fosse meno incentivata a creare un’esposizione molto importante rispetto alle precedenti esposizioni internazionali», si legge nella nota stampa che annuncia l’iniziativa bresciana. Quel che invece è certo è come le bobine del tramonto californiano furono poi incorporate da Warhol nel suo film «**** (Four Stars)», passato alla storia (dell’arte) per l’eccezionale durata di 25 ore.

Altrettanto certo è come lo straordinario prestito dell’opera sia frutto della relazione instaurata dal Museo di Concesio col The Andy Warhol Museum di Pittsburgh e, in particolare, con Josè Carlos Diaz (Chief Curator dell’istituzione fino a maggio 2022 e oggi Deputy Director del SAM Seattle Art Museum), che lo scorso 26 giugno è stato ospite della Collezione Paolo VI per una videoconferenza sull’influenza della spiritualità nel lavoro dell’artista statunitense. Fu in quell’occasione, e nell’intervista rilasciata al Giornale di Brescia, che Diaz raccontò che Warhol teneva un libro di preghiere e un Crocifisso accanto al letto, frequentò la chiesa St. Vincent Ferrer più volte a settimana fino a poco prima di morire, finanziò con orgoglio la formazione di suo nipote al sacerdozio e aiutava regolarmente in una mensa per i poveri.

L’iniziativa, sostenuta dalla Fondazione Erminio Bonatti e dal Comune di Concesio, è parte del palinsesto di Bergamo Brescia Capitale della Cultura Italiana 2023. Fino all’11 marzo, tutti i sabati pomeriggio alle 17.30, la Collezione offrirà una visita guidata gratuita (compresa nel costo d’ingresso) per spiegare il senso dell’opera e l’attenzione riservata da Warhol all’orizzonte spirituale.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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