Orrore a Gaza, Brescia declama i nomi di 12.227 bimbi uccisi

Scuole e Università, con realtà istituzionali e sociali, unite nell’omaggio pubblico alle vittime del conflitto palestinese. Stasera «Voci Silenti» si concluderà sotto il porticato della Loggia
Studenti nel cortile del liceo Leonardo - Foto Gabriele Strada/Neg © www.giornaledibrescia.it
Studenti nel cortile del liceo Leonardo - Foto Gabriele Strada/Neg © www.giornaledibrescia.it
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Jouri Rasmi Jabr Sabeih, 4 anni; Mohammed Muath Mohammed Al-Aqqad, 5 anni; Marah Baem Jamal Al-Din Abu Aita, 12 anni; Suhair Suhaib Bashir Madoukh, pochi mesi; Celine Abdel Haidi Adel Deher, pochi mesi... Nel cortile del liceo «Leonardo» – con l’ironia di un nome che nelle cronache attuali rimanda all’industria delle armi – si sono riuniti quasi in mille, a pochi passi dal murale «Free Palestine» comparso il 22 settembre scorso, per ricordare le giovanissime vittime dell’orrore che si sta consumando a Gaza.

Quarantacinque le classi che, con il coordinamento del gruppo Docenti per Gaza, hanno aderito a «Voci Silenti», iniziativa di Casa della Memoria e Diocesi per commemorare i 12.227 bambini uccisi dal 7 ottobre 2023 al 15 luglio 2025. Come aveva fatto il cardinale Matteo Zuppi a Monte Sole di Marzabotto lo scorso agosto, quando all’interno della chiesa di Casaglia, incendiata nel 1944 dai nazifascisti, aveva declamato per ore fino ad esaurire la voce.

Dal mattino

Nel Bresciano l’iniziativa ha convogliato la partecipazione di decine di realtà, a partire dalle scuole superiori e dalle due università cittadine, cui ieri mattina è toccato avviare la tragica declamazione, che è poi proseguita fino a sera nelle parrocchie e in libreria, fra i Consigli di quartiere e al Centro migranti, nella sede delle associazioni come dei sindacati.

Decine, complessivamente, le realtà che si sono fatte avanti, offrendosi di fare memoria di quei corpi innocenti, onorando le loro identità e le loro vite brevi, e allo stesso tempo rendendoli simbolo di tutte le vittime delle guerre del mondo. Diverse le modalità, ma unanime l’intento di celebrare «un’esistenza irripetibile, tragicamente perduta. Pronunciare i loro nomi è difenderli dall’oblio, mostrare l’oscenità dello sterminio, lanciare un grido contro l’insostenibile disumanità della guerra» come riportato nel testo introduttivo che è stato letto in apertura.

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Voci silenti per la Palestina

Cortili e classi

Nella sede dell’Anpi, a Borgo Whurer, il presidente provinciale Lucio Pedroni, con alcuni volontari e rappresentanti delle Fiamme Verdi, ha dato vita a una lettura raccolta di 250 nomi, ponendo particolare rilievo sulle età. Poco distante, all’Istituto «Pastori», la declamazione coordinata dal Dipartimento di lettere e dalla docente Laura Cattina è cominciata in contemporanea alle 12.05 nelle 36 classi. Quasi 1.500 nomi di bambini uccisi sono apparsi e scivolati lungo le schermate delle Lim.

Un’installazione della memoria

Al Canossa Campus di via San Martino della Battaglia si è scelto di installare un podio nel mezzo del cortile, con adagiata accanto la bandiera della Pace. Qui l’elenco di 500 nomi è stato stampato su un unico lunghissimo foglio, srotolato mano a mano dagli studenti, fino a creare una sorta di installazione della memoria. Non solo. Due docenti si sono prodigati ad aiutare i ragazzi ad imparare la corretta pronuncia. Come Peter Hanna, prof di matematica di origini egiziane. Perché, come ha rimarcato il direttore Maurizio Castrezzati, «pronunciare correttamente i nomi è un segno di rispetto».

  • Il ricordo dei bambini morti in Palestina - © www.giornaledibrescia.it
  • Il ricordo dei bambini morti in Palestina - © www.giornaledibrescia.it
  • Il ricordo dei bambini morti in Palestina - © www.giornaledibrescia.it

All’Unicatt

In una delle quinte del liceo «De’ Andrè» la prof ha acceso una candela. Altri colleghi hanno scelto di spostarsi nell’atrio o in altri spazi comuni, per far giungere le «Voci Silenti» anche alle orecchie distratte di chi era intento alla merenda: per suscitare domande e piantare semi di riflessione. Come nelle due sedi dell’Università Cattolica, dove insieme agli studenti anche docenti e personale amministrativo hanno raggiunto il podio e declamato al cospetto dei presenti ammutoliti. Uno, due, cinque, dieci, cinquanta bimbi morti. Fino alla cifra complessiva e simbolica di 12.227. Un’enormità. Ma un numero destinato a salire ancora, quando verranno identificate le vittime degli attacchi di ieri, oggi e domani. E quando questo orrore sarà finito, chissà quante voci ancora serviranno per leggere i nomi di tutte le vittime di questo massacro.

Una studentessa della Cattolica - Foto Gabriele Strada/Neg © www.giornaledibrescia.it
Una studentessa della Cattolica - Foto Gabriele Strada/Neg © www.giornaledibrescia.it

La chiusura in Loggia

Un nome dopo l’altro; una vita dopo l’altra. Per tutta la giornata di ieri le «Voci Silenti» hanno fatto risuonare in città e per tutta la provincia, da Rovato a Rudiano, da Iseo a Montichiari, i nomi dei bambini e delle bambine uccise negli ultimi due anni in Palestina e in Israele. 12.227 vittime che simboleggiano l’orrore di ogni conflitto e di ogni guerra. L’appuntamento, organizzato da Casa della Memoria e dall’Ufficio di Pastorale Sociale della Diocesi, in collaborazione con diverse realtà territoriali – scuole e Università in primis – si concluderà questa sera con un suggestivo appuntamento corale, in programma dalle 18 sotto il porticato di Palazzo Loggia.

L’incontro pubblico, cui parteciperanno anche le autorità cittadine, vedrà la lettura degli ultimi nomi, a completare un mosaico del dolore a cui si aggiungono quotidianamente tasselli. Un omaggio alle vittime, ma soprattutto un auspicio affinché un processo concreto di pace metta la parola fine ai massacri e alle devastazioni per lasciare spazio al dialogo e alla ricostruzione. Un auspicio che che verrà ribadito in seno al Festival della Pace, in programma in città dal 7 al 23 novembre.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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