Al Festival della pace le sfide dell’Europa: il programma completo

Nel bel mezzo dei vecchi e nuovi conflitti globali, Brescia torna a interrogarsi sul significato della parola «pace». Dall’8 al 23 novembre la città ospita l’ottava edizione del Festival della Pace, un appuntamento che unisce arte, pensiero e cittadinanza attiva per capire dove stia andando l’Europa e quale ruolo sia chiamata a giocare.
Ideato otto anni fa dal Comune con la partecipazione di università, fondazioni e decine di realtà civili, quest’anno il festival si snoda lungo il tema «L’Europa e le sue sfide» è il filo conduttore di questa edizione: un invito a misurarsi con le contraddizioni di un’Unione che fatica a trovare una voce comune su sicurezza, migrazioni e diritti.

Tra arte e impegno civile
L’inaugurazione ufficiale è in programma venerdì 7 novembre nel Salone Vanvitelliano di Palazzo Loggia, alla presenza della vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno e della giornalista Veronica Fernandes. Nel corso della cerimonia sarà consegnato il Premio Brescia per la Pace 2025 all’attivista bielorussa Olga Karach, impegnata nella difesa dei diritti umani e dell’obiezione di coscienza. Per la prima volta verrà assegnato anche il Premio Pace e Sviluppo, destinato all’associazione Adl a Zavidovici per un progetto di cooperazione in Bosnia Erzegovina.
La serata proseguirà al Museo di Santa Giulia con l’apertura della mostra «Material for an Exhibition. Storie, memorie e lotte dalla Palestina al Mediterraneo», a cura di Sara Alberani. Le opere di Haig Aivazian, Mohammed Al-Hawajri, Emily Jacir e Dina Mattar arrivano da Gaza, Beirut e Betlemme e raccontano, attraverso linguaggi diversi, la tenacia di chi non rinuncia a creare anche di fronte alla distruzione.
Idee, film e dialoghi
Oltre cento appuntamenti compongono il calendario di quest’anno, con 60 realtà coinvolte e una fitta rete di collaborazioni. Si parlerà di geopolitica, economia, migrazioni, ambiente e media, intrecciando linguaggi e punti di vista. Tra gli incontri più attesi, la proiezione del documentario di Francesca Mannocchi «Lirica Ucraina» (7 novembre, Nuovo Eden), con la testimonianza di Veronica Fernandes sui luoghi simbolo del conflitto russo-ucraino.
Il 9 novembre il Teatro Borsoni ospiterà il direttore di Repubblica Maurizio Molinari, che presenterà il suo saggio «La scossa globale. Dall’effetto Trump all’età dell’incertezza». L’11 novembre toccherà invece all’analista geopolitico Dario Fabbri, protagonista della conferenza «Economia di guerra, economia di pace. L’Europa al tempo dei dazi», promossa da Rinascimento Culturale e Camera di Commercio.
L’arte tornerà a farsi racconto politico anche al museo del tappeto Mita, che propone il ciclo «Trame di potere. Intrecci di culture, fili di geopolitica»: quattro incontri per leggere i rapporti tra Europa e le grandi potenze mondiali attraverso le loro culture materiali e simboliche.
La pace come pratica quotidiana
Il Festival non parla solo ai convegni. Il 22 novembre alla Collezione Paolo VI di Concesio verrà lanciato il contest creativo «Spot for Peace» con Sergio Rubini, mentre il 23 novembre al Teatro Sancarlino l’incontro “Un kaki per Bruxelles” con gli europarlamentari Giorgio Gori e Massimiliano Salini inviterà a discutere di rinascita e partecipazione come radici stesse dell’idea europea.
La chiusura sarà corale: una giornata intera, il 23 novembre, tra piazza della Loggia e il Salone Vanvitelliano, con l’installazione di Viva Vittoria e il convegno internazionale «Europe, cities and peace», che riunirà rappresentanti di Eurocities e Alda insieme a città gemellate con Brescia. Tutti gli eventi sono gratuiti fino a esaurimento posti.
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