Violenza su minori in Franciacorta, l’osteopata respinge le accuse
Ha respinto le accuse, ha dato la sua versione degli episodi che gli sono contestati ma non si spiega perché, persone diverse, in momenti diversi, si siano, a suo dire, inventate le violenze che hanno raccontato di aver subito. Nessuna ammissione e anzi la difesa della sua linea operativa durante i trattamenti cui sottoponeva i suoi pazienti: nell’udienza di ieri nel processo a suo carico il 52enne di origini albanesi residente a Bologna e accusato, da diversi suoi pazienti, anche minorenni, di violenza sessuale per episodi accaduti durante le visite cui li sottoponeva in Franciacorta, ha mantenuto la sua posizione.
La testimonianza
Prima di lui, davanti alla corte d’Assise, ha testimoniato un collega osteopata, nominato consulente dalla Procura, che ha spiegato nel dettaglio come si dovrebbero svolgere i trattamenti finiti al centro del processo: «Mai senza i guanti, meglio facendo tenere gli occhi aperti al paziente e, se minore, con la presenza dei genitori». Nelle precedenti udienze, che si erano celebrate a porte chiuse, erano state sentite le persone offese, alcuni minori e anche un disabile, che hanno ricostruito nei dettagli quanto accaduto durante le sedute e di come siano diventati vittime di quelli che hanno percepito, loro o i genitori, inequivocabilmente come abusi sessuali.
L’accusato
«Nel caso dell’uomo adulto credo abbia equivocato perché non uso i guanti e avevo sulle dita della crema all’aloe», parlando poi del bambino invece «era molto difficile trattarlo perché non stava mai fermo. Mentre valutavo lo sviluppo del palato mi ha morso il dito, ho mostrato alla mamma i segni dei denti che mi ha lasciato. Non ho fatto quello di cui mi accusa» mentre rispetto alla bambina, che lo accusa degli stessi fatti, ha spiegato come, nei suoi ricordi, «i familiari erano preoccupati del fatto che non mangiasse abbastanza e non stesse crescendo e io quindi dovevo valutare se avesse un problema alla masticazione. E in effetti è stato così, la situazione per lei si è risolta tanto che la famiglia mi ha chiesto di controllare anche la sorellina».
Il pubblico ministero ha anche voluto conoscere il percorso di formazione del 52enne che si definisce «operatore olistico». «Sono pizzaiolo e cuoco di formazione – ha spiegato – poi dal 1999 sono entrato al centro di biomedicina naturale di Abano Terme e mi sono specializzato». Si torna in aula il 23 ottobre.
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