Villachiara in Fermento, la festa che unisce la Bassa al Mozambico
Chi l’ha detto che un piccolo paese non possa cambiare il mondo? A Villachiara c’è un’estate che profuma di speranza e concretezza. È iniziata ieri sera alla Contea di Villagana «Villachiara in Fermento», la festa che unisce giovani, musica e voglia di stare insieme, ma che soprattutto rappresenta un ponte tra due mondi: quello tranquillo della Bassa bresciana, e quello fragile e lontano del Mozambico.
L’associazione
Dietro a questa manifestazione c’è l’omonima associazione Villachiara in Fermento – Io sto con gli ippopotami, fondata nel 2018 da 10 ragazzi del paese, spinti dal desiderio di fare la differenza, anche da migliaia di chilometri di distanza. Tra loro c’è Nicola De Domenico, che oggi vive a Quelimane, in Mozambico, dove segue da vicino ogni progetto, per poi ogni estate rientrare a casa solamente per la festa.

«L’associazione è nata nel 2018 dalla volontà di un gruppo di amici di Villachiara di impegnarsi in progetti di cooperazione internazionale – spiega De Domenico –. Due anni fa, grazie al ricavato della festa, siamo riusciti a costruire un pozzo che oggi garantisce acqua a oltre 1000 persone. Lo scorso anno, invece, abbiamo realizzato una torre dell’acqua alta 10 metri, che ci ha permesso di ampliare il servizio a circa 4mila abitanti. I lavori sono quasi ultimati: l’impianto entrerà in funzione entro fine agosto».

L’ambizioso progetto
Ma l’ambizione di questi ragazzi non si ferma. Il ricavato dell’edizione 2025 sarà destinato alla riqualificazione completa di un orfanotrofio che oggi ospita più di cento bambini. Tre anni fa, un ciclone ha distrutto la struttura: tetti scoperchiati, sale studio e mense rese inagibili, nessun intervento possibile da parte del governo locale. Da qui la decisione dell’associazione di farsi carico della ricostruzione. «Abbiamo già effettuato i sopralluoghi, conosciamo bene la situazione e abbiamo chiaro quali interventi servano – racconta –. L’idea è quella di iniziare i lavori tra dicembre 2025 e gennaio 2026. Si tratterà di una riqualificazione completa: dai tetti alla sala studio, fino al dormitorio, la mensa e la sala ricreativa».
Il racconto di De Domenico è intenso, crudo, lontano anni luce dalla serenità delle sere estive bresciane. «In Mozambico, come in tanti altri Paesi africani, le difficoltà sono enormi – dice –. Quest’anno mi sono ritrovato nel mezzo di una guerra civile scoppiata dopo le elezioni. È stata una situazione estremamente delicata, tre mesi complicati anche per noi operatori. E poi c’è la miseria quotidiana: chiamarla solo povertà è riduttivo. Spesso ci troviamo davanti a situazioni davvero drammatiche, difficili da descrivere a parole».
Un aiuto concreto
Eppure, nonostante tutto, c’è spazio per l’entusiasmo, per la forza di chi crede che ogni piccolo gesto, se fatto insieme, possa generare qualcosa di grande. L’associazione lavora ogni giorno sul campo e apre le sue porte anche a chi vuole conoscere da vicino i progetti. «Siamo attivi in prima persona in Mozambico – conclude – e accogliamo con piacere anche chi desidera vedere con i propri occhi ciò che facciamo. Sui nostri canali social (@villachiarainfermento e @iosto.congliippopotami) ci sono tutte le informazioni per mettersi in contatto con noi o per partecipare ai progetti direttamente sul posto». A Villachiara si brinda, si ride e si ascolta buona musica. Ma si sogna anche, e si costruisce. Una festa come tante, a prima vista. Ma che dentro, nel profondo, è molto di più: è il coraggio di guardare lontano e scegliere di non voltarsi dall’altra parte.
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