Verolanuova, simulazione per sensibilizzare sull’uso di spray urticante

Cosa potrebbe accadere dopo lo spruzzo di uno spray al peperoncino? Per farlo capire agli alunni delle scuole medie Ercole De Gaspari di Verolanuova lo scorso fine settimana si è tenuta una simulazione di interforze che ha visto l’intervento del Gruppo Verolese Volontari del Soccorso di Verolanuova (Gvvs), di tre ambulanze (una da Leno, due da Orzinuovi), dei Vigili del fuoco di Verolanuova e della Polizia locale con il vicesindaco Gianmaria Tomasoni per il Comune di Verolanuova.
La simulazione
Nessun pericolo reale, ma una vera e propria messinscena nella quale si è ipotizzata la presenza di spray urticante in più punti della scuola, l’avviso dell’allarme, la chiamata al 112, le prime cose da fare, l’arrivo dei soccorsi, le procedure di bonifica immediata, l’intervento sugli intossicati e sui possibili feriti e l’evacuazione dalla scuola. Una simulazione che ha coinvolto attivamente i quasi 200 alunni della scuola. Una volta effettuato lo sfollamento di tutti, compreso quella dei feriti (figuranti portati dai volontari), si è svolto un momento di confronto tra i soccorritori, i Vigili del fuoco, la Locale, le autorità e i ragazzi.

Obiettivi
«I ragazzi sono stati molto attenti – ha detto Bruno Cocchetti, presidente del Gvvs – e hanno fatto anche tante domande dopo l’esperienza vissuta. Noi abbiamo risposto loro spiegando anche i ruoli delle diverse figure e mezzi giunti sul posto. Uno degli intenti della simulazione è stato provare il piano di emergenza dell’istituto e la risposta dei mezzi di soccorso in caso di evento maggiore che in un quarto d’ora erano già sul posto e operativi.
L’altro scopo è stato sensibilizzare i ragazzi sulle conseguenze che un gesto apparentemente innocente, come l’utilizzo dello spray al peperoncino, può provocare in un contesto pubblico, prendendo in considerazione anche il panico che può generare nella folla, con il rischio di persone travolte e potenziali reazioni allergiche o irritanti dovute all’inalazione o al contatto con la sostanza vaporizzata». Non solo, perché i ragazzi hanno notato anche dei comportamenti (messi in scena di proposito) che non dovrebbero mai essere fatti né dai soccorritori né dalle persone comuni: come il filmare o fare selfie e fotografie, in quanto sono gesti che possono ostacolare i soccorsi.
Consapevolezza
«Sono dieci anni che come gruppo facciamo queste simulazioni di emergenza – ha aggiunto Cocchetti – perché servono a noi, soprattutto ai nuovi soccorritori per capire come agire sul campo, ma sono molto utili anche alla popolazione per conoscere il lavoro e la sinergia tra le diverse realtà». Dopo la simulazione a scuola, il gruppo spera di poter farne altre che possano coinvolgere la comunità con il fine di dimostrare come lavorano i soccorritori e per rendere più consapevoli i cittadini sui comportamenti da adottare in situazione di emergenza.
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