Usa, sparatoria alla Brown University: uccisi due studenti

Ennesima sparatoria in un campus americano, dopo quella di tre mesi fa alla Utah Valley University dove è stato ucciso l'attivista di destra Charles James Kirk. Questa volta il teatro del terrore è stata la storica e blasonata Brown University della Ivy League a Providence, in Rhode Island, vicino a Boston, dove studiano circa 10mila studenti.
Per ora il bilancio ufficiale è di due morti e nove feriti in condizioni critiche, anche se alcuni media hanno riportato sino a 20 persone colpite. Il sospetto autore della sparatoria è ancora in fuga. Gli investigatori hanno riferito che è un uomo vestito di nero ma non conoscono l'identità e sperano di identificarlo analizzando le immagini delle videocamere di sorveglianza del campus e delle vie adiacenti, come è capitato per il killer di Kirk.
Gli investigatori hanno recuperato i bossoli sul luogo della sparatoria, che saranno utilizzati come prove: lo ha dichiarato il sindaco di Providence, Brett Smiley, durante una conferenza stampa. «Sì, si tratta di bossoli, ma non rilasceremo alcuna informazione specifica su questo tipo di prova», ha affermato.
BrownUAlert: Law enforcement officers continue to evacuate community members from administrative buildings inside the perimeter depicted on the map. For all locations (inside and outside the perimeter), the shelter in place remains ongoing. Please see the president's email and…
— Brown University (@BrownUniversity) December 14, 2025
L’assalto
La sparatoria è avvenuta nei pressi dell'edificio Barus & Holley, una struttura di sette piani che ospita la Facoltà di Ingegneria e il Dipartimento di Fisica. L'edificio comprende 117 laboratori, 150 uffici, 15 aule e 29 sale riunioni. Sabato era il secondo giorno degli esami finali del semestre autunnale e quindi c'era un certo affollamento prima del ritorno a casa per le festività. I primi colpi sono stati uditi a metà pomeriggio e hanno seminato il panico tra gli studenti.

L'ateneo ha diramato immediatamente una allerta invitando a chiudere a chiave le porte, a silenziare i telefoni e a rimanere nascosti fino ad nuovo aggiornamento. Nel primo avviso aveva anche annunciato l'arresto di un sospetto, smentito poco dopo perché si trattava di una persona estranea alla vicenda.
.@POTUS: "I've been fully briefed on the Brown University situation — what a terrible thing it is. All we can do right now is pray for the victims and for those that were very badly hurt... Just pray." 🙏 pic.twitter.com/f8k8oJ1rZc
— Rapid Response 47 (@RapidResponse47) December 14, 2025
L'informazione ha però tratto in inganno Donald Trump, che sul social Truth si era precipitato a divulgare la notizia dell'arresto, salvo poi correggersi. Dal presidente sono arrivate poche parole di circostanza («che cosa terribile») e l'invito a pregare, ma nessun commento sull'epidemia delle armi da fuoco che miete numerose vittime in America.
FBI personnel are on the scene and assisting this evening after the shooting at Brown University and we will provide all capabilities necessary. Please pray for all those involved. We will update with more information as we are able.
— FBI Director Kash Patel (@FBIDirectorKash) December 13, 2025
Nel frattempo gli studenti, ancora barricati in lockdown per la sparatoria, rassicuravano i loro cari al telefono e fornivano le loro testimonianze in diretta ai network Usa, tra paura e dolore per la tragedia.
Le autorità hanno invitato tutti coloro che si trovano nel campus e che vivono nei dintorni a restare chiusi e ad usare prudenza perché il sospetto potrebbe essere ancora armato.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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