Trump: «Arrestato il killer di Charlie Kirk, spero nella pena di morte»

È arrivata la svolta nell'omicidio che ha scosso l'America. A due giorni dall'assassinio di Charlie Kirk, 31 anni, fondatore di Turning Point USA e astro della destra Maga, le autorità hanno annunciato l'arresto del presunto responsabile: Tyler Robinson, 22 anni, residente nello Utah.
La notizia è stata data in una conferenza stampa a Salt Lake City dal governatore Spencer Cox e dal direttore dell'FBI Kash Patel. Entrambi hanno rivendicato il successo dell'operazione. «Signore e signori, l'abbiamo preso», ha esordito Cox. Patel ha parlato di un lavoro «perfetto» di coordinamento tra Fbi e autorità locali.
What we know about 22-year-old Tyler Robinson, the suspect in custody in the fatal shooting of Charlie Kirk https://t.co/rDZp1NR2ML
— CNN (@CNN) September 12, 2025
Ma un dettaglio cruciale ridimensiona questa narrazione: Robinson non è stato individuato dagli investigatori, bensì consegnato dai suoi stessi familiari, dopo che aveva lasciato intendere di essere l'autore del delitto. Sono stati loro ad avvisare un amico di famiglia e quindi uno sceriffo della zona di Washington County. Robinson è stato arrestato giovedì sera a St. George, circa 250 miglia dal campus di Utah Valley University, dove Kirk era stato ucciso con un colpo di fucile di precisione mentre parlava davanti a tremila studenti. L'arma, un vecchio Mauser, era già stata recuperata in un bosco vicino al luogo dell'attacco.
I particolari
Gli investigatori hanno mostrato le immagini di sorveglianza in cui il sospetto arrivava al campus a bordo di una Dodge Challenger, quattro ore prima dell'attacco. Ma soprattutto hanno rivelato i particolari più inquietanti: sugli involucri non esplosi lasciati accanto al fucile, Robinson aveva inciso frasi e simboli. «Ehi fascista! Prendi!», e «Bella ciao» - riferimento alla celebre canzone partigiana antifascista italiana - oltre a slogan tratti dalla cultura online e dai videogiochi. «Credo che parli da sé», ha commentato Cox, dicendo che quelle scritte chiarivano l'intento politico del gesto.

Il governatore ha definito l'assassinio di Kirk «un momento spartiacque nella storia americana. È la fine di un capitolo buio della nostra storia o l'inizio di un capitolo ancora più buio?», ha chiesto davanti alle telecamere. Emozionato, ha citato lo stesso Kirk: «Quando le persone smettono di parlare, è allora che arriva la violenza». E rivolgendosi ai giovani dello Utah, li ha invitati a scegliere «un'altra strada» rispetto alla rabbia e all'odio. «Le parole non sono violenza, la violenza è violenza», ha aggiunto.
Cox ha anche ammesso che per un giorno e mezzo aveva sperato che il killer non fosse un cittadino del suo Stato. «Invece era uno di noi», ha detto. Ma ha sottolineato con orgoglio che la reazione nello Utah non è stata violenta: solo veglie e preghiere, nessuna rivolta. Patel, da parte sua, ha ringraziato pubblicamente Trump e il Dipartimento di Giustizia per il supporto, ricordando le oltre 12.000 segnalazioni arrivate all'FBI in 48 ore.
Ha definito Kirk un suo amico e fratello, dicendo che la sua morte rappresenta una ferita personale. Il giovane arrestato si trova ora nel carcere di Washington County. Secondo le leggi locali, entro tre giorni dovranno essere depositati i documenti per l'incriminazione formale e Robinson dovrà comparire davanti a un giudice. Il movente di un gesto quindi che, almeno dalle prime evidenze, sembra avere radici politiche e ideologiche. Non a caso Cox ha evocato le immagini degli assassinii degli anni Sessanta, da JFK a Martin Luther King.
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