Ucciso dalla gang rivale, indagini anche nel Bresciano

La Redazione Web
La maxi-rissa era avvenuta a San Bonifacio a novembre dell’anno scorso: un 33enne indiano era deceduto dopo 10 giorni di agonia
Alcune delle armi utilizzate nella rissa - Carabinieri Verona © www.giornaledibrescia.it
Alcune delle armi utilizzate nella rissa - Carabinieri Verona © www.giornaledibrescia.it
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Indiano ucciso a San Bonifacio (Verona) dalla gang rivale al termine di una maxi-rissa: indagini dopo mesi anche nel Bresciano. L’indagine, condotta per oltre 6 mesi dai Carabinieri del Comando compagnia di San Bonifacio con il supporto del Nucleo investigativo Carabinieri di Verona e diretta dall’Autorità giudiziaria scaligera, hanno permesso di identificare oltre 25 partecipanti alla rissa. I militari oggi hanno eseguito una misura di custodia cautelare emessa (sei misure restrittive) dal Gip del Tribunale di Verona nei confronti di coloro che hanno tenuto le condotte lesive più gravi nelle province di Brescia, Cremona, Parma, Lodi, Vicenza e Rimini. Nei mesi sono state eseguite diverse perquisizioni che avevano già permesso ai carabinieri di rinvenire e sequestrare armi bianche, katane e coltelli, detenuti presso le loro abitazioni.

Il fatto

La maxi rissa risale allo scorso 3 novembre, quando, verso le 19, due fazioni di cittadini indiani si erano date appuntamento per una resa dei conti in un parcheggio di un centro commerciale a San Bonifacio: oltre 40 persone si erano scontrate ferocemente, alcune con volto travisato e in parte armati di pistole, coltelli, spade, katane e spranghe.

Dalle parole ai fatti, fino a quando sono stati esplosi più colpi da arma da fuoco (che hanno anche colpito uno di loro, poi ricoverato l’ospedale di Verona Borgo Trento e dimesso senza gravi conseguenze). Con le prime esplosioni tutti si erano dati alla fuga a bordo delle auto con cui erano giunti nel centro dell’est veronese. Una scena di grande violenza avvenuta sotto gli occhi dei clienti delle attività della zona, tra cui famiglie con bambini, che avevano cercato riparo per paura di essere colpiti.

Nel corso dell’aggressione ad avere la peggio era stato proprio il 33enne indiano: prima era stato investito da un’auto e poi picchiato e colpito alla testa con delle spranghe. L’uomo, ricoverato in gravissime condizioni per le lesioni all’Ospedale di Verona Borgo Trento, è morto il 12 novembre.

Le indagini

L’indagine, ostacolata dall’assenza di immagini di videosorveglianza, si è sviluppata con l’esame di decine di lettori targhe e di video privati pubblicati sui social, con verifiche sulle dichiarazioni di testimoni e feriti, questi ultimi sempre particolarmente reticenti, e ha consentito di ricondurre l’episodio a un regolamento di conti tra bande rivali, che da tempo trascinano il loro confronto con aggressioni e reciproci attacchi. Tra l’altro, si è appurato che la scelta di San Bonifacio  sia stata una mera causalità, dato che i contendenti non erano collegati a quel territorio o alla provincia veronese, situato in area centrale tra le aree di influenza dei gruppi in contrasto, principalmente operanti in Lombardia, Emilia e nel Vicentino, dove già nel 2021 si era registrata altra violenta aggressione in danno di uno degli odierni indagati.

Gli arrestati, su disposizione della Procura della Repubblica di Verona, sono stati associati nei carceri di Vicenza, Cremona, Parma e Rimini.

Le indagini proseguono non solo in relazione all’esame del nuovo materiale acquisito e alla ricostruzione del ruolo di tutti i soggetti coinvolti, ma anche per definire compiutamente i reali moventi del contrasto, che si ritiene siano correlati a dinamiche criminali interne alla comunità indiana.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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