Strage di Erba, «disturbi cognitivi e dipendenza: Olindo e Rosa come un quadrupede»

L’intervista a Cristina Scarpazza, professoressa di Psicologia Generale Università di Padova e consulente della difesa dei coniugi. Dell’omicidio plurimo avvenuto nel 2006 tornerà a occuparsi «Messi a fuoco», in onda questa sera alle 20.30 su Teletutto
Rosa e Olindo in una pausa dell’udienza - © www.giornaledibrescia.it
Rosa e Olindo in una pausa dell’udienza - © www.giornaledibrescia.it
AA

Sta affrontando la sfida più grande della sua vita professionale. Far scrivere alla giustizia italiana un’altra verità sulla strage di Erba (della quale tornerà a occuparsi «Messi a fuoco», in onda questa sera alle 20.30 su Teletutto). Cristina Scarpazza, bresciana di Roncadelle e psicologa di 37 anni, è professoressa associata al Dipartimento di Psicologia Generale dell’Università di Padova, fa parte dell’équipe del professor Giuseppe Sartori, si occupa di neuroscienze ed è tra i consulenti della difesa di Rosa e Olindo, i coniugi che davanti alla Corte d’appello di Brescia hanno chiesto la revisione della sentenza di condanna all’ergastolo.

Professoressa Scarpazza, cosa sono le neuroscienze e perché il tema entra sempre di più nei processi penali?

Le neuroscienze sono state introdotte nei procedimenti penali ormai da 15 anni negli Stati Uniti. In Italia i primi casi in cui le neuroscienze hanno avuto un ruolo rilevante sono del 2009 e del 2011, con le famose sentenze di Como e di Trieste che hanno fatto la storia delle scienze forensi italiane. Lo scopo delle neuroscienze è quello di affiancare alla valutazione classica anche una valutazione neuroscientifica, allo scopo di aumentare l’oggettività delle evidenze fornite e diminuire la discrezionalità del risultato.

Parliamo di Rosa e Olindo, con il professor Sartori che aspetti avete analizzato dei due coniugi?

Ci siamo focalizzati sul funzionamento cognitivo e sul profilo psicopatologico dei coniugi. Dal punto di vista cognitivo risulta che Rosa abbia una disabilità intellettiva - quella che fino a poco fa era chiamata ritardo mentale - di grado lieve. Rosa non sa riconoscere le assurdità, non sa fare delle semplici stime, ha una carente memoria verbale. Il risultato di questa valutazione riflette quello che si può osservare del suo funzionamento nella vita quotidiana: Rosa non sa distinguere la destra dalla sinistra, non sa leggere e scrivere, non sa leggere l’orologio, ha difficoltà a riportare la propria data di nascita, ha difficoltà a capire le parole astratte.

Rosa ha anche un disturbo dipendente di personalità, così come il marito Olindo. Il funzionamento intellettivo di Olindo è nella norma, ma lui ha altissimi livelli di credulità: crede che il governo sappia dell’esistenza degli alieni e che tenga questo nascosto ai cittadini, crede che vengano fatti esperimenti sui cittadini a loro insaputa. Questa credulità è ciò che ha fatto si che lui abbia creduto che se la sarebbe cavata con 4 o 5 anni di prigione per aver confessato di aver commesso una strage, che abbia creduto alla cella matrimoniale, e così via.

Ma è possibile che uno confessi, fornisca particolari e poi spiega di averlo fatto solo perché «così potevamo andare in cella insieme»?

Capisco che sia molto difficile da capire, ma purtroppo il confessare falsamente un reato che non si è commesso è un fenomeno molto più diffuso di quello che si possa credere, soprattutto quando si tratta di reati gravi. La letteratura scientifica segnala che le false confessioni sono stata la causa di condanne sbagliate nel 27% dei casi, vuol dire che quasi una persona su tre che è stata erroneamente condannata aveva fornito una falsa confessione anche per crimini che portano all’ergastolo o alla pena di morte.

Tutti noi crediamo che, messi nelle stesse condizioni di Olindo e Rosa non avremmo confessato un reato che non abbiamo commesso, ma la maggior parte delle persone non presenta caratteristiche psicopatologiche di fragilità psichica e vulnerabilità che hanno Olindo e Rosa.

Chi sono Rosa e Olindo?

Entrambi i coniugi hanno un disturbo di personalità di tipo dipendente. Rosa e Olindo sono due persone estremamente fragili e vulnerabili e pertanto facilmente manipolabili. Rosa e Olindo sono due persone estremamente ingenue che si sono affidate completamente a delle persone che gli hanno dato dei suggerimenti sbagliati, non per cattive intenzioni, ma perché all’epoca non disponevano delle informazioni adeguate.

Quanto si sono suggestionati a vicenda?

Suggestionati non è il termine corretto. Il loro disturbo dipendente di personalità ha sicuramente influito sulla decisione di confessare, così come ha influito il deficit cognitivo di Rosa. Entrambi hanno agito spinti dalla volontà di voler tutelare l’altro e di voler stare insieme, perché loro non funzionavano separati, tant’è che in un qualche modo tutti se ne erano resi conto e li definirono «un quadrupede».

Olindo a modo suo era consapevole delle difficoltà cognitive di Rosa ed era disposto a confessare purché lei non fosse messa in carcere, perché credeva che lei in cella non sarebbe sopravvissuta. Rosa, invece, riteneva che da sola fuori dal carcere non avrebbe potuto vivere e aveva una paura più confabulatoria, credeva che avrebbero torturato Olindo e quindi confessa per paura di quello che sarebbe potuto capitare al marito. La confessione, quindi, nasce come forma di tutela dell’altro, nella convinzione comune ad entrambi, perché Olindo lo disse a Rosa, che confessando avrebbero potuto stare insieme. Il loro disturbo dipendente di personalità ha fatto sì che per entrambi la priorità fosse lo stare insieme.

Chi tra i due è più forte?

Ognuno di loro ha dei punti di forza e di debolezza. Sicuramente dal punto di vista cognitivo è più forte Olindo, perché Rosa ha una disabilità cognitiva che fa sì che faccia più fatica a capire la situazione in cui si trova. Rosa fa fatica persino a fornire un racconto di senso compiuto, tant’è che la sua confessione, se deprivata dalle confabulazioni fantasiose completamente disancorate dalla realtà (Rosa disse addirittura di aver accoltellato Olindo), non è nient’altro che una risposta affermativa a delle domande in cui le si chiedeva di confermare la versione dei fatti data dal marito.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

Icona Newsletter

@News in 5 minuti

A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.