La situazione dei dipendenti comunali, i casi di Caino e Desenzano

Barbara Fenotti, Alice Scalfi
In Valtrompia si fatica a trovare qualcuno interessato al lavoro, mentre sul Garda il personale negli ultimi anni è cresciuto
Desenzano e Caino - © www.giornaledibrescia.it
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A Caino ci sono 2.300 abitanti e sette dipendenti comunali . «Negli ultimi anni facciamo sempre più fatica a trovare chi voglia lavorare in Municipio – conferma il sindaco Cesare Sambrici –, tant’è vero che abbiamo bandito tre concorsi e ogni volta è stata una fatica». Il problema riguarda tanti piccoli Comuni: i pensionamenti svuotano gli uffici e i giovani faticano a scegliere un lavoro che richiede responsabilità, ma che economicamente trovano poco attraente. «Le differenze di stipendio tra responsabili e collaboratori non sono abissali – aggiunge –: parliamo di 300-400 euro. C’è però da tenere in conto il costo del pranzo e anche quello della benzina per chi viene da fuori paese».

Risultato: chi può, cerca concorsi più vicini a casa o, col tempo, cerca di avvicinarsi, lasciando il posto dove è stato anche formato. «A Caino si prova a trattenere il personale concedendo giornate di smart working – prosegue Sambrici – ma un altro rischio è che dopo uno o due anni i dipendenti scelgano realtà più grandi e strutturate, dove hanno maggiori benefici». Lo Stato – conclude il sindaco – «non ci sta aiutando: servirebbero incentivi mirati, o i piccoli comuni resteranno senza forza lavoro».

Risorse

A Desenzano la macchina comunale non ha buchi: la pianta organica è al completo e le assenze si contano sulle dita di una mano. «Siamo a posto – spiega il sindaco Guido Malinverno –: due sole posizioni scoperte, per cui è aperto il bando, su duecento dipendenti». Una situazione diversa dal quadro più ampio della pubblica amministrazione, dove ci sono carenze diffuse. Qui invece la spesa per il personale – poco più di otto milioni l’anno – si distribuisce su un organico che è cresciuto: dai 175 del 2021 agli attuali duecento.

«Noi possiamo permettercelo perché le entrate, in particolare dall’Imu, ci garantiscono equilibrio. In altri Comuni con risorse diverse non è così semplice», osserva il primo cittadino. Dentro al Municipio le differenze non mancano. Anche se, per scelta, i dipendenti delle vecchie fasce più basse, che un tempo erano in categoria B, sono stati tutti ricondotti nella categoria C, quella degli istruttori: «Non ha senso che due persone che fanno lo stesso lavoro abbiano trattamenti diversi». La vera criticità, avverte il sindaco, emerge quando salari bassi si combinano con carenze d’organico: chi resta deve farsi carico di più lavoro. «Il problema di fondo è che il lavoro, in Italia, è pagato poco» conclude.

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