CronacaBassa

Dipendenti comunali, Tedaldi: «Selezioni deserte, servono risposte»

Barbara Fenotti
A Leno tre concorsi senza candidati: «I giovani ci schivano», sottolinea la sindaca e presidente dell’Associazione Comuni bresciani
Cristina Tedaldi - © www.giornaledibrescia.it
Cristina Tedaldi - © www.giornaledibrescia.it
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Il lavoro pubblico non è più la scelta sicura e prestigiosa che rappresentava un tempo. Ne è convinta Cristina Tedaldi, sindaca di Leno e presidente dell’Associazione Comuni bresciani, che da mesi porta il tema ai tavoli di confronto tra Amministratori locali. «La Pubblica amministrazione, e in particolare i Comuni, non riesce più ad attrarre giovani – sottolinea – e questo sta provocando difficoltà enormi: gli uffici si svuotano a causa dei pensionamenti dei dipendenti storici e diventa complicato trovare nuove professionalità».

Le ragioni, secondo Tedaldi, sono evidenti: «Il nodo principale è economico: chi entra oggi in Comune ha uno stipendio base intorno ai 1.500 euro, troppo poco se rapportato al livello di responsabilità richiesto, specie se si pensa che nel privato, oltre a salari più alti, la crescita professionale è più rapida, mentre nella Pa servono anni per avanzare di categoria e assumere ruoli di responsabilità. Tutto questo scoraggia i giovani». La conseguenza è che i concorsi non raccolgono adesioni. «Negli ultimi sette mesi a Leno abbiamo bandito tre selezioni per la categoria D, laureati in ingegneria o architettura – spiega la sindaca –, ma i posti sono rimasti vacanti. E non è un caso isolato: in tutta la provincia capita sempre più spesso che i concorsi vadano deserti o semideserti, soprattutto negli Uffici tecnici e nella Ragioneria».

Preparazione

A pesare, oltre alle condizioni contrattuali, c’è anche un deficit di formazione. «La scuola non prepara i ragazzi alle basi della macchina amministrativa: pochi sanno cosa sia una delibera, una determina, un appalto o un bando. Questa mancanza di conoscenza rende ancora meno appetibile la scelta del pubblico impiego».

Per Tedaldi servono risposte urgenti. «Se non si rinnovano norme e contratti, se non si introducono incentivi e percorsi di carriera più attrattivi, tra dieci anni i Comuni rischiano di non riuscire a garantire i servizi essenziali. Già ora i municipi più piccoli pensano a gestioni associate. È una strada in salita, ma che va imboccata subito: la Pubblica amministrazione deve tornare competitiva se vuole avere un futuro».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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