Sindacati e Ordine: «Mancano condizioni per il lavoro dei medici di base»

«La nostra professione non è più attrattiva», precisa Gozio del Snami, mentre il presidente dell’Ordine di Brescia Bettoncelli sottolinea la «formazione carente e la scarsa organizzazione sul territorio»
Medici © www.giornaledibrescia.it
Medici © www.giornaledibrescia.it
AA

«Gli anziani e i malati cronici sono molto attenti e scelgono il medico curante, mentre i giovani sani non sempre lo fanno salvo accorgersene al primo problema di salute». Così Francesco Falsetti, presidente dell’Umi, Unione medici italiani, commenta i dati sui bresciani «orfani» di medico di base. Aggiunge che ci sono persone che «godono di assistenza senza scelta del curante come per esempio quelle che vivono nelle case di riposo». «Io penso che i cittadini non scelgano perché non hanno molte scelte», commenta Angelo Rossi, presidente provinciale della Fimmg, Federazione italiana medici di medicina generale, precisando che in generale «a non scegliere sono i cittadini sani che non hanno grossi bisogni, a parte i certificati di malattia».

Limiti

La ex guardia medica (che ha compiti ben precisi come fornire un parere medico, prescrivere farmaci necessari per terapie non differibili e disporre se opportuno il ricovero in ospedale, ma non rilascia certificati di malattia per più di tre giorni), le assegnazioni provvisorie (nuovi medici che prendono in carico i pazienti di colleghi andati in pensione e non possono essere scelti da altri assistiti) e gli ambulatori temporanei (in cui i medici lavorano a turno per coprire le carenze) sono alcune delle «soluzioni tampone» adottate per offrire un servizio ed evitare che le persone sprovviste di medico assegnato accedano impropriamente al pronto soccorso. «In Regione si discute anche del ruolo unico previsto dall’Acn: prevede che i medici con pochi assistiti mettano a disposizione ore per attività nel Distretto o nella Casa di comunità. Il problema è che in Lombardia sono pochi: in media ne hanno più di 1.500».

Programmazione

«La vera questione – interviene Giovanni Gozio, vicepresidente del consiglio provinciale del sindacato Snami – è che mancano i medici, non ci sono proprio. Questo perché c’è stato un errore di programmazione e perché la nostra professione non è più attrattiva». Le prospettive a suo avviso non sono rosee: «Il ruolo unico – aggiunge il dottor Gozio - appesantirà la situazione soprattutto per quei colleghi che hanno un migliaio di assistiti e devono garantire 12 ore a settimana generalmente in Casa di comunità».

L’ordine dei medici

Per Germano Bettoncelli, presidente dell’Ordine dei Medici di Brescia, il problema, anche in questo caso, è a monte. «A livello teorico il Sistema sanitario nazionale è stato costruito sulla centralità della medicina generale, ma nei fatti i medici di base non sono stati messi nelle condizioni di ricoprire quel ruolo che è stato affidato loro – spiega il presidente, affiancato dal segretario dell’Ordine, Bruno Platto –. Mi riferisco alla formazione carente e alla scarsa organizzazione sul territorio. Ne consegue che nella mente delle persone che pensano alla tutela sanitaria, balzano gli ospedali, i pronto soccorso e gli specialisti. Non c’è spazio per il medico definito "generico" o "di base", soprattutto tra coloro che sono giovani, in buona salute e possono permettersi di pagare ciò di cui hanno occasionalmente bisogno». Spiega così il dottor Bettoncelli, già medico di famiglia a Ospitaletto, il fatto che ci siano persone sprovviste di un medico perché non hanno effettuato la scelta. «In alcuni casi – aggiunge il dottor Platto, pure lui già medico di base – può accadere che il medico sia andato in pensione e che i pazienti non lo sappiano nemmeno».

C’è, poi, il problema del mancato ricambio generazione. E, come evidenzia il segretario, della «distribuzione territoriale inadeguata, che è conseguenza anche della mancanza di quell’organizzazione che potrebbe rendere attrattive le zone più periferiche». Entra nel merito di questo aspetto il presidente: «Supportato da personale infermieristico e amministrativo un medico potrebbe seguire anche duemila pazienti». Una situazione che difficilmente, però, si verifica: di questi tempi sui medici gravano incombenze burocratiche in continua crescita e problemi quotidiani del sistema informatico regionale (Siss).

Ribadito che «in Italia i medici in linea generale non mancano», il dottor Bettoncelli non nasconde che «in sofferenza ci sono alcune specialità e la medicina generale. In Italia ci sono 4 milioni di persone senza medico di base che nei prossimi 5 anni potrebbero diventare 15 milioni considerato che 15mila medici andranno in pensione e ne verranno sostituiti solo 5mila. Bisogna, quindi – conclude –, rendere questo lavoro più seducente, far innamorare i giovani della professione e mostrare loro che un’organizzazione stimolante è possibile».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

Icona Newsletter

@News in 5 minuti

A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.

Suggeriti per te

Caricamento...
Caricamento...
Caricamento...