Rapine in gioielleria: restano in carcere gli esecutori materiali, braccialetto elettronico per il palo

Il gip dopo l’interrogatorio di convalida dei fermi: «Hanno agito con estrema gravità, dimostrando un alto spessore criminale»
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Gli esecutori materiali delle rapine al compro oro e alla gioielleria sotto i portici in città restano in carcere. Braccialetto elettronico invece per il palo.

Questa è la decisione del gip Giulia Costantino dopo l’interrogatorio di convalida dei fermi nei confronti della banda accusata dei due colpi messi a segno tra inizio gennaio e fine febbraio.

Il 22enne Sylla Alioune, fotomodello che ha sfilato sulle passerelle milanesi e ha ammesso le proprie responsabilità, resta in carcere così come Hygert Dadushi, albanese di 26 anni, complice in entrambe le rapine.

Braccialetto elettronico per Rachidi Ayoub, 27 anni, nato a Brescia da famiglia di origini marocchine e già con precedenti. Per gli inquirenti è il palo della banda.

Cosa scrive il gip

«In merito alle esigenze cautelari si ritiene indispensabile applicare a Dadushi e Sylla la misura cautelare massima, tenuto conto della estrema gravità delle condotte e dello spessore criminale dimostrato dagli autori che hanno dimostrato di agire in modo perfettamente organizzato, coordinando ogni fase e movimento» scrive il gip.

In merito a Rachidi il giudice riconosce il ruolo «certamente più marginale da lui avuto nella commissione delle rapine e si ritiene sufficiente la misura degli arresti domiciliari e del braccialetto elettronico».

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