Rapinatori fermati, il fotomodello ammette: «Dovevo saldare debiti»

Sylla Alioune, 22 anni, è accusato di essere il leader della banda che ha rapinato un compro oro e una gioielleria. Il pm ha chiesto per tutti e tre il carcere
L'ingresso di Canton Mombello - Foto © www.giornaledibrescia.it
L'ingresso di Canton Mombello - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Ha ammesso le proprie responsabilità nell’interrogatorio di convalida del fermo il 22enne Sylla Alioune, fotomodello passato dalle passerelle milanesi al carcere con l’accusa di essere il leader della banda che ha rapinato un compro oro in via Orzinuovi in città e una gioielleria sotto i portici. In entrambi i casi con una pistola a salve in pugno.

«L’ho fatto perché avevo dei debiti da saldare» ha detto alla giudice delle indagini preliminari Giulia Costantino. Il giovane ha poi fatto mettere a verbale di essere pentito.

Ha parlato e negato ogni accusa invece Rachidi Ayoub, 27 anni nato a Brescia da famiglia di origini marocchine e già con precedenti. Per gli inquirenti è il palo della banda. Per la rapina al compro oro ha detto che il suo telefonino ha agganciato la cella di via Orzinuovi perché lui era al lavoro come elettricista nelle vicinanze. Per l’assalto alla gioielleria sotto i portici ha invece spiegato di aver effettivamente fatto un giro in centro città al mattino con l’amico Sylla, ma di non aver partecipato in alcun modo al colpo.

Hygert Dadushi, albanese di 26 anni, incensurato, ritenuto uno dei due esecutori materiali, ha rilasciato dichiarazioni spontanee «specificando la sua posizione in merito alle due contestazioni», ha spiegato il difensore lasciando il carcere. Ad attenderlo c’erano i genitori del ragazzo.

Il pm titolare dell’inchiesta ha chiesto per tutti e tre i giovani la misura cautelare in carcere. Si attende la decisione del giudice.

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