Taglio degli insegnanti alla Calini, i genitori: «Progetti a rischio»
«Se tagliate gli insegnanti, tagliate il nostro futuro». È il messaggio che compare, attorniato da fiori, farfalle e cuoricini, sullo striscione che i genitori della scuola primaria Calini, a nome dei figli che la frequentano, hanno scritto ieri durante il pic-nic di benvenuto che da anni si organizza al plesso di via Nino Bixio per far sì che le famiglie si conoscano tra loro, all’inizio dell’anno scolastico.
Evidenzia un problema che si è concretizzato proprio in questi giorni, dopo i tagli del personale voluti dal ministero, che hanno colpito anche la primaria bresciana che fa parte dell’Istituto comprensivo Centro 3. Il folto Comitato dei genitori si dice molto preoccupato, perché vede mettere a rischio quanto di costruttivo e importante si è riusciti a portare avanti nella primaria nel corso degli anni, frequentata da molti bambini stranieri. Cosa considerata «da sempre come una ricchezza e una opportunità di arricchimento».
Il punto
Il dato oggettivo, illustrato da un rappresentante degli insegnanti che ha affiancato la referente del Comitato genitori, Adriana Acquaviva, nell’illustrare la problematica, è che «mancano due insegnanti nell’organico di diritto e ben quattro nell’organico di potenziamento: di fatto sono i docenti che, ad esempio, si dedicano ai progetti di alfabetizzazione», o alla valorizzazione di competenze scientifiche e digitali, alla promozione della cittadinanza attiva e al supporto di alunni con bisogni educativi speciali.
Da non confondere però con gli insegnanti di sostegno. «Gli alunni sono in tutto 261 – ha aggiunto Adriana Acquaviva –, suddivisi nelle quattordici classi. Servono almeno 28 insegnanti di diritto, anche perché noi siamo scuola a tempo pieno, con 40 ore settimanali. Ne abbiamo 26, quelli che il ministero ci ha assegnati. A luglio avevamo chiesto un incontro con la dirigente dell’Ust. Ci siamo rivolti anche al ministero di via Trastevere, ma senza ottenere risposte».
I numerosi genitori che fanno parte del Comitato si dicono «molto preoccupati, soprattutto di fronte a una presenza molto diffusa di bambini in difficoltà e di situazioni di disagio, che abbiamo sempre potuto risolvere grazie all’impegno corale di tutti, insegnanti e famiglie, perché siamo una scuola aperta al quartiere, punto di riferimento sociale. Tanto che la Calini è diventata un modello – prosegue Adriana Acquaviva – un modo di stare insieme che va preservato, assicurando il giusto numero di insegnanti. E la situazione di serenità che abbiamo avuto in questi anni rischia ora, invece, di diventare esplosiva».
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