A Polaveno le botteghe rivivono grazie ai racconti degli studenti

C’erano una volta le botteghe. Quelle dove si andava a piedi, con la sporta di tela, a comprare il pane appena sfornato, lo zucchero sfuso pesato sulla bilancia e il sale grosso venduto a manciate. Non erano solo negozi: erano luoghi di incontro, di parole scambiate, di volti conosciuti. Le botteghe costituivano il cuore delle frazioni, presidi quotidiani di umanità. A Polaveno e Brione ce n’era una dozzina. Oggi ne resta una sola. A Polaveno la penultima, appartenuta alla famiglia Guerini, ha chiuso i battenti lo scorso 31 dicembre dopo 120 anni. Queste serrande che si abbassano per sempre sono piccoli baluardi di storia locale che scivola via.
Lettura-concerto
Per frenare questo oblio gli alunni della scuola secondaria di primo grado di Polaveno sono stati coinvolti in un progetto coordinato dal professor Emanuele Mottini e condiviso con il sindaco Aristide Peli. L’esito del lavoro fatto è stato messo letteralmente in piazza, quella del mercato, ieri mattina. Ragazzi e ragazze si sono esibiti in una lettura-concerto per raccontare quelle botteghe di una volta ormai quasi del tutto scomparse. «Parlando con il sindaco del neonato mercato settimanale ci siamo trovati a riflettere sulla trasformazione del paese – spiega Mottini –: dove un tempo c’erano tante botteghe, oggi resta il vuoto. Abbiamo pensato che i nostri ragazzi dovessero conoscere quella realtà, fatta di piccoli gesti e rapporti umani». Così, da una chiacchierata, è nato il progetto didattico: la classe seconda è stata suddivisa in gruppi, ciascuno dei quali ha intervistato persone anziane del proprio territorio – chi Brione, chi Gombio, chi Polaveno capoluogo e chi San Giovanni – per raccogliere testimonianze e ricordi.
Ne sono nati sei testi scritti, a cui si è aggiunto un settimo elaborato curato da due alunni di origine marocchina, che hanno raccontato le botteghe del loro Paese d’origine, offrendo un prezioso sguardo interculturale. I testi sono stati letti pubblicamente ieri mattina da figure simboliche della comunità scolastica e civile: la dirigente scolastica, una docente, la presidente della Commissione Cultura, la madrina del mercato, un genitore, una consigliera comunale e un rappresentante del Comitato genitori. Tra una lettura e l’altra gli alunni delle tre classi hanno eseguito brani con flauti e altri strumenti guidati dall’insegnante di educazione musicale. Il risultato è stato un’alternanza emozionante di parole e musica, ricordi e riflessioni, che ha trasformato un sabato mattina qualunque in un momento speciale di comunità.
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