Pnrr bresciano, ok a 4.452 progetti ma per ora finanziata poco più della metà

La fine lavori è fissata al massimo per il secondo trimestre del 2026: molti cantieri in ritardo
La tutela dell’ambiente è tra gli obiettivi dei finanziamenti Pnrr - © www.giornaledibrescia.it
La tutela dell’ambiente è tra gli obiettivi dei finanziamenti Pnrr - © www.giornaledibrescia.it
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Si va dall’adeguamento dello scalo merci della stazione di Brescia (oltre 26 milioni di euro) alla nuova Tintoretto (più di 42 milioni), dalla rinnovata linea ferroviaria Brescia-Iseo-Edolo (oltre 97 milioni) all’acquedotto della Valtrompia (finanziato con poco più di 27 milioni e mezzo).

Ma figurano anche interventi alle scuole pubbliche, impianti fotovoltaici in aziende, nuove case e ospedali di comunità, bonifiche di terreni contaminati, cinema, impianti sportivi e caserme dei carabinieri. E poi fiumi di progetti di digitalizzazione per innumerevoli enti della provincia.

Verso il futuro

È l’ensemble di progetti economicamente sostenuti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che toccano il Bresciano e che entro il 2026 dovranno raccontare di una nuova provincia proiettata nel secondo Ventennio del Duemila. Una babele di 2.791 progetti validati che ammontano (oggi si direbbe, erroneamente, «cubano») a centinaia di milioni di euro, tutti riversati sul territorio. Sono invece quasi il doppio quelli per i quali è stata fatta richiesta (4.452 quelli tecnicamente «validati», per lavori che superano il miliardo e mezzo di euro), ma poco male: il tesoro nato dalle ceneri della pandemia - che grazie ai fondi del Next Generation Europe vuole rendere l’Italia più equa, sostenibile e inclusiva - ha baciato il Bresciano come poche altre province in Italia.

Merito delle istituzioni che hanno saputo tradurre il Pnrr in opportunità per il territorio e intercettare prima e meglio di altri le risorse, ma è anche il contraccolpo risarcitorio per un impatto economico e sociale che qui più che altrove l’emergenza sanitaria ha determinato.

Nei paesi

La mole di cantieri nelle città bresciane sembra rispondere anche alle rispettive importanze strategiche e alla densità di popolazione. Così a Desenzano i progetti approvati sono 58, a Montichiari 43, a Lumezzane 30. Ne acciuffa ben 40 Palazzolo sull’Oglio, si accontenta di 29 Rovato, mentre ad alta quota vanno a Darfo Boario Terme 37 progetti, Ponte di Legno ne guadagna 19.

Come prevedibile, a fare incetta di progetti (ben 246 attivi) è il capoluogo, per i quali dettagli si rimanda nell’articolo in basso. Secondo il centro studi di OpenPolis molti cantieri (a Brescia come in tutta Italia) risultano in ritardo rispetto al cronoprogramma iniziale, ma in generale i progetti «made in Brescia» sembrano dare l’impressione di poter arrivare senza affanni alla scadenza del secondo trimestre del 2026. Anche perché altrimenti si rischia di perdere quel tesoretto. Scorrere l’elenco è come leggere il futuro del Bresciano e se si uniscono i punti si riesce anche a cogliere anche la direzione che vuole intraprendere la classe dirigente nostrana. Nel vincolo delle norme europee improntate alla sostenibilità e alla digitalizzazione, fioccano allora le migrazioni digitali di archivi, le realizzazioni di edifici scolastici e strutture sanitarie ex novo, le migliorie energetiche.

Ma non mancano progetti più accattivanti: a Chiari i lavori nell’ex carcere mandamentale per dar vita alla nuova sede del comando dei carabinieri sono stati finanziati con 5 milioni di euro (più altri 1,19 milioni di risorse pubbliche), a Montichiari 4 milioni sono stati riservati alle opere complementari di potenziamento del velodromo, a Rovato l’ex cinema Corso verrà recuperato grazie a 3 milioni e mezzo di euro, a Darfo la rigenerazione riguarda invece il complesso dell’ex convento di via Quarteroni che diventerà un polo sociale e culturale (risorse stanziate 2,67 milioni). Sono solo alcuni dei più grandi e costosi cantieri marchiati Pnrr disseminati nel Bresciano. Se basteranno, per preparare l’humus del futuro in una della province più produttive d’Italia, non è dato sapere. Ma la sfida primaria è vedere il traguardo. 

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