Rischio paralisi per migliaia di appalti: la nuova piattaforma rallenta le pratiche

La paralisi e il paradosso. Perché a bloccare tutto, o quanto meno a rallentare, sono proprio i nuovi strumenti digitali che avrebbero dovuto velocizzare le pratiche. Parliamo di opere e servizi pubblici che dall’inizio dell’anno, ossia da quando è stata attivata la nuova piattaforma informatica a livello nazionale, vengono appaltati con il contagocce. Solo nella nostra provincia sono migliaia e migliaia le procedure tenute in scacco dal malfunzionamento del portale. Non si salvano nemmeno i lavori più piccoli, quelli sotto i 5.000 euro, che non godranno più di alcuna semplificazione. Per dare un’idea, questo genere di appalti erano stati più di 15mila nel 2023.
La preoccupazione è massima tanto nella sede dei costruttori edili quanto in quella dei Comuni e degli altri enti. «Non si può pensare che sistemi ideati per far crescere un Paese - riflette con amarezza il presidente di Ance Brescia, Massimo Angelo Deldossi - rischino di farlo regredire, soprattutto considerando che tanti fattori erano noti. Per esempio, la carenza dell’infrastrutturazione tecnologica e digitale delle pubbliche amministrazioni o le competenze digitali dei funzionari, che non sono stati adeguatamente formati e preparati nel tempo, né avranno un periodo transitorio per farlo sui nuovi sistemi».
Scuole, ospedali, ponti
Ricordiamo che a partire dal 1° gennaio ha acquisito piena efficacia la disciplina in tema di digitalizzazione prevista dal nuovo Codice dei contratti pubblici riferita a tutte le procedure di affidamento, anche quelle relative al Pnrr. Al fine di consentire il passaggio ai nuovi sistemi, il 31 dicembre dello scorso anno è stato dismesso anche il servizio «smart cig», utilizzato soprattutto per i micro-affidamenti di servizi e forniture.
Al suo posto è stata attivata dall’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) la nuova Piattaforma dei contratti pubblici (Pcp) che, nelle intenzioni, dovrebbe rilasciare il «cig» (codice identificativo di gara) per tutte le nuove procedure di affidamento e l’assolvimento degli obblighi di pubblicità in ambito comunitario e nazionale. Senonché al momento del passaggio alla nuova piattaforma sono stati registrati disservizi che hanno reso impossibili o quasi le nuove gare.
«Il fattore tempo è essenziale e non può essere una pedina con cui la burocrazia può giocare - aggiunge Deldossi - specialmente in un momento storico cruciale nel quadro dell’economia mondiale. Sono tanti i settori a rischio e i danni potrebbero essere incalcolabili. Si pensi all’impossibilità di assegnare incarichi di progettazione, di collaudo di opere strategiche oppure alle mancate manutenzioni negli ospedali, nelle scuole, sui ponti e, peggio, all’interruzione nell’acquisto di nuove forniture ospedaliere necessarie per poter svolgere i servizi essenziali. Il Paese sarà messo in grandi difficoltà se non vengono presi urgentemente efficaci provvedimenti per risolvere la situazione».
A chiederli è anche la presidente dell’Associazione Comuni bresciani, Cristina Tedaldi, che rimarca come «le difficoltà siano maggiori nei piccoli municipi, diffusissimi nella nostra provincia. Con poco personale devono affrontare una burocrazia che, invece di diminuire, continua ad aumentare. Il rischio di paralizzare davvero l’attività amministrativa - conclude - diventa sempre più concreto, con relativi problemi per i cittadini». Per questo l’Acb sta già contattando i parlamentari bresciani con l’obiettivo che si facciano portavoce del disagio nelle sedi opportune.
Il sospetto
Sulla vicenda prende posizione anche l’Uncem (Unione nazionale Comuni, Comunità, enti montani), che sferra un duro atto di accusa: «Non ci sorprende che di fronte al dramma che molti Comuni stanno vivendo per la mancanza di piattaforme veloci e semplici per la gestione degli appalti digitali, a causa dell’eliminazione dello "smart cig" e per le lungaggini burocratiche dovute a sistemi gestionali dei dati non adeguati, ci sia chi ne trae benefici: in particolare le società che stanno offrendo corsi a pagamento sull'attuazione del nuovo Codice dei contratti».
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