Pesce siluro, sul lago d’Iseo nuovo appello per il contenimento

Sono grandi, grossi e non hanno antagonisti. Parliamo dei pesci siluro che popolano il lago d’Iseo continuando a rappresentare un problema, in primis per le specie autoctone (sardine, coregoni, tinche), quindi per i pescatori che, rispetto agli anni scorsi, lamentano una diminuzione dei pesci di piccole dimensioni. L’operazione di contenimento, definita dalla Regione, è in corso, ma forse non basta, considerato che questo è l’ultimo anno del triennio finanziato da Palazzo Lombardia.
Il direttore della Riserva Naturale Torbiere del Sebino spera che il progetto venga prorogato: «Il contenimento deve essere costante perché possa portare risultati concreti - spiega Nicola Della Torre -. Inoltre il siluro da problema dovrebbe diventare un’opportunità: in questo modo potrebbe avere un valore differente e non solo essere oggetto di progetti ad hoc e costare risorse pubbliche. Servirebbe, a tal proposito, una filiera di recupero. Potrebbero essere usato per creare le farine animali: in questo modo la sua pesca sarebbe più massiva; ad oggi, però, questa possibilità non è stata mai presa in considerazione».
Intanto alcuni chef lo cucinano, solo se di dimensioni ridotte, e lo propongono sotto forma di burger o di filetti in saor, ma sono ancora molto pochi.
Tre attori
Il contenimento fa leva su una collaborazione tra Riserva delle Torbiere del Sebino, Gruppo Sub Iseo e pescatori professionisti, in campo, con metodi diversi. In Riserva l’ittiologo utilizza l’elettrostorditore: lì il numero è diminuito. Nel lago la cattura è a cura dei sub che scelgono gli esemplari più grossi, mentre i pescatori di professione li trovano nelle reti.
I sub di Iseo ad oggi, in sei uscite, ne hanno pescati più di venti di dimensioni che vanno dai 115 ai 120 centimetri, per un totale di 500 chilogrammi. I pescatori non hanno ancora fornito dati perché saranno raccolti a fine anno. Ci sono anche i pescatori hobbisti che, a volte, li pescano di dimensioni enormi. Inoltre c’è il problema dello smaltimento: non ci sono indicazioni in merito e chi si trova ad aver pescato un pesce siluro è in difficoltà. «L’unica possibilità è il rilascio in acqua - continua Della Torre -, in questo modo non si fa il bene dell’ambiente lacustre».
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