Per i farmaci dei bresciani Ats spende oltre 435 milioni

È quanto il Sistema sanitario nazionale rimborsa a farmacie e ospedali. Tra i medicinali più diffusi i protettori dello stomaco
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435 milioni di euro per i farmaci dei bresciani
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Oltre 435 milioni di euro. È quanto il Servizio sanitario nazionale ha speso nel 2023 per acquistare i farmaci utilizzati dai bresciani. A riferirlo è l’Ats: la cifra corrisponde, infatti, alla spesa che l’Agenzia di tutela della salute diretta da Claudio Sileo ha sostenuto per rimborsare i medicinali erogati ai cittadini dalle farmacie di comunità e dagli ospedali. Una maxi cifra, ovviamente, al netto del ticket e delle spese sostenute dai bresciani stessi.

I numeri

Come ci spiega Alessandra Ballardini, direttore del Servizio Farmaceutico di Ats, questi 435.450.778 euro sono la somma di quattro voci: i 162.373.312 euro che hanno coperto la spesa dei farmaci acquistati e distribuiti dalle farmacie e poi rimborsati da Ats secondo quanto stabilito da un accordo collettivo nazionale; i 41.223.564 euro della cosiddetta «distribuzione per conto» dei medicinali di uno specifico elenco che vengono acquistati da Ats tramite gara regionale e distribuiti, su richiesta, alle farmacie in base a un accordo lombardo (per i clienti non sono disponibili subito: si ordinano e poi, in giornata, si ritirano); i 52.017.946 euro dei farmaci acquistati dagli ospedali attraverso gare regionali e poi rimborsati da Ats (sono le terapie utilizzate nel primo ciclo di cura, ma anche dopo le dimissioni). E, infine, i 179.835.956 euro per l’acquisto di particolari categorie di farmaci (come gli antitumorali, i farmaci orfani per le malattie rare o quelli innovativi di terapia avanzata e genica) che possono essere distribuiti o somministrati solo in ambiente ospedaliero.

Il cittadino, si diceva, paga le altre spese (difficilmente quantificabili), compreso il ticket (che in Lombardia ammonta a 2 euro a confezione), a meno che non sia esente o benefici di uno sconto (1 euro) per questioni legate al reddito, all’età, alla patologia e all’eventuale invalidità.

Le categorie

Nel Bresciano tra i medicinali erogati in farmacia i più richiesti sono quelli per l’ulcera peptica e la malattia da reflusso gastroesofageo. Vengono utilizzati – in parallelo ad altre terapie – per ridurre la produzione di acido e proteggere lo stomaco. Con 800.377 prescrizioni (428.264 alle donne, il resto agli uomini) rappresentano il 7,8% del totale dei farmaci acquistati lo scorso anno.

Al secondo posto – in questa classifica che ci è stata fornita da Ats Brescia – ci sono i medicinali impiegati per abbassare i livelli di colesterolo e i trigliceridi nel sangue (727.461 ricette, il 7,1%). Seguono sul terzo e sul quarto gradino gli antitrombotici contro i coaguli di sangue (634.101) e i beta bloccanti che agiscono sul cuore rallentando la frequenza cardiaca e diminuendo la pressione arteriosa (606.557). Al quinto posto ci sono gli antidepressivi (485.529 ricette): vengono acquistati per lo più dalle donne (329.921 prescrizioni in un anno a fronte delle 155.608 degli uomini). Tra questi figurano, ad esempio, Fluoxetina e Sertralina. Coprono il 4,7% dei farmaci comprati in un anno nel territorio di Ats che, ricordiamo, non comprende la Valcamonica.

Seguono i farmaci che riducono la glicemia, escluse le insuline con 456.146 prescrizioni, soprattutto per gli uomini; i prodotti utilizzati per trattare l’ipertrofia prostatica benigna; i farmaci utilizzati per trattare l’ipertensione e per prevenire o trattare l’insufficienza cardiaca; i calcioantagonisti selettivi con prelevante effetto vascolare. E, al decimo posto, gli antibiotici beta-lattamici, insieme alla penicillina (341.786 ricette, il 3,3%).

Quante ricette

Queste prime 10 categorie di farmaci più venduti figurano in 5.134.445 prescrizioni, praticamente la metà di quelle erogate in un anno (quasi 10,3 milioni di cui 5,2 milioni per le donne bresciane). Ricalcano la classifica dei farmaci più richiesti nella nostra provincia al colosso della distribuzione Cef. Nella «top ten» ci sono infatti sempre i farmaci per il sistema cardiovascolare, i comuni antibiotici, non sempre utilizzati in modo corretto e nella situazione opportuna, e gli antidepressivi, il cui consumo è cresciuto molto dopo la pandemia. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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