A Brescia cresce il consumo di antibiotici e antidepressivi
Cresce il consumo di antibiotici, antidepressivi e farmaci per persone con diabete usati anche contro l’obesità. E si conferma sotto gli standard europei l’uso dei medicinali equivalenti, quelli non griffati, che venivano chiamati generici. È la fotografia della situazione bresciana scattata dalla Cef (Cooperativa esercenti farmacia) che, con i suoi mezzi attrezzati, rifornisce in media due volte al giorno le 388 farmacie di città e provincia coprendo il mercato locale del farmaco all’incirca per il 70%.
Gli antibiotici
Il primo elemento che balza all’occhio, considerati anche i rischi di antibiotico-resistenza, riguarda il consumo di antibiotici evidenziato anche a livello nazionale dal recente rapporto OsMed di Aifa (nel 2023 è stato registrato un +6,4% rispetto al 2022).
Il presidente di Cef, Vittorino Losio, spiega che «a Brescia nel 2024 le confezioni vendute di antibiotici sono aumentate del 2,8%, un dato che supera la media nazionale, pari allo 0,29%. Questo incremento – osserva Losio affiancato dal vice Marco Marchi – può essere attribuito a specificità locali come la stagionalità delle infezioni e l’accesso alle cure. Monitorare queste tendenze è fondamentale per promuovere un uso responsabile degli antibiotici e contrastare l’antibiotico-resistenza».
La top 5
Nella «top 5» dei farmaci più venduti nella nostra provincia attraverso la rete Cef ci sono «Cardioaspirina, Tachipirina, Lasix, Oki e Augmentin». Quest’ultimo è un antibiotico e contiene amoxicillina e acido clavulanico. Passando dai nomi commerciali alle categorie, quella più venduta concerne «i farmaci per il sistema cardiovascolare», precisa Losio sottolineando «l’importanza di questi medicinali nella gestione delle patologie croniche».
Gli psicofarmaci
Anche da noi, poi, l’uso degli psicofarmaci è in crescita. Il trend è simile a quello dell’Italia (+2% annuo dal 2017) e all’Europa: «Durante il lockdown il consumo ha registrato un picco del 3%. Particolarmente significativo è l’incremento degli antidepressivi, soprattutto tra le donne e le fasce di età più avanzate. Inoltre, preoccupa il consumo non prescritto tra gli adolescenti, che evidenzia la necessità di maggiore controllo e sensibilizzazione». Il riferimento è a un «mercato parallelo» estraneo alle farmacie che consentirebbe di disporre del farmaco senza ricetta.
Senza griffe
Quanto, poi, agli equivalenti, il presidente fa notare che la resistenza all’acquisto che pone l’Italia al terz’ultimo posto in Europa (la crescita c’è, ma è lenta) è evidente anche nella nostra provincia: «È legata a fattori culturali e informativi – sostiene il presidente della Cef –. Molti pazienti li percepiscono come meno efficaci, nonostante contengano gli stessi principi attivi. L’assenza di campagne di sensibilizzazione mirate e la forte presenza pubblicitaria dei farmaci di marca rafforzano questa percezione. Migliorare la comunicazione sull’efficacia e la sicurezza degli equivalenti è essenziale per superare queste barriere».
Preferire i farmaci griffati, con un nome commerciale noto e la confezione accattivante «per gli italiani significa spendere oltre un miliardo di euro l’anno per coprire le differenze di prezzo». Per incentivare l’uso degli equivalenti secondo Losio «servono campagne di sensibilizzazione e incentivi economici».
Il colosso
La Cef – ricordiamo – è un colosso della distribuzione dei farmaci. Ha sede a Brescia, conta 1.100 dipendenti e 13 filiali (a Lecce, Cremona, Pisa, Roma...). Serve 6.500 farmacie in Italia con una media di 1,5 consegne al giorno. Il magazzino bresciano si trova in via Grandi, ma verrà trasferito a Poncarale: i cantieri, contestati dagli ambientalisti, «sono iniziati. La struttura da 22mila metri quadri per 80mila referenze sarà pronta nel gennaio 2026. Sarà automatizzata all’80%. Vi lavoreranno 200 persone».
Nel frattempo prosegue la maxi operazione che vede Cef costituire una newco insieme a Unico: nascerà così il super colosso nazionale della distribuzione farmaceutica.
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