«Sicurezza, Fratelli d’Italia ha raccolto firme di persone morte»

La denuncia arriva dai gruppi di maggioranza in Loggia: «Alcune firme non valide possono capitare, ma così dà fastidio»
Il gazebo in corso Zanardelli dove sono state raccolte le firme - © www.giornaledibrescia.it
Il gazebo in corso Zanardelli dove sono state raccolte le firme - © www.giornaledibrescia.it
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La petizione sulla sicurezza di Fratelli d’Italia protocollata il 17 di settembre dal Comune di Brescia contiene 5 firme di persone decedute (una addirittura nel 2011). Ma ce ne sono anche di persone emigrate verso altri Comuni e una risulta sconosciuta all’anagrafe: o è un nome finto o è un clandestino. Altre persone, contattate, hanno disconosciuto la propria firma.

I gruppi consiliari di maggioranza hanno denunciato le incongruenze - Foto © www.giornaledibrescia.it
I gruppi consiliari di maggioranza hanno denunciato le incongruenze - Foto © www.giornaledibrescia.it

È questa la denuncia fatta dai gruppi consiliari di maggioranza in Loggia, che hanno chiesto agli uffici preposti l'accesso agli atti. «Sono evidenze molto gravi – sottolinea Roberto Omodei, capogruppo del Pd –. Alcune firme non valide possono capitare, ma così dà fastidio». Alla conferenza hanno partecipato tutti i capigruppo: oltre a Omodei, Valentina Gastaldi (Brescia attiva), Francesco Tomasini (Azione), Francesco Catalano (Al lavoro con Brescia), Francesco Patitucci (Civica Casteletti) e Arshad Mehmood (Brescia capitale). 

«Hanno fatto anche una conferenza stampa il giorno della protocollazione», ricordano i consiglieri di centrosinistra. Il 17 settembre fuori dalla Loggia c’erano il capogruppo di FdI Mattia Margaroli, i consiglieri Carlo Andreoli (anche coordinatore cittadino), Nini Ferrari e Mariachiara Fornasari, e Pietro Di Sabato del Coordinamento cittadino del partito di Giorgia Meloni.

Dalle 1.371 firme raccolte ne erano già state tolte circa 200 di persone non residenti in città. Oltre a queste se ne contano una trentina non valide, tra le quali – secondo la segreteria generale – alcune sembrano replicare gli stessi segni grafici. «Non sta a noi fare le perizie calligrafiche, però è preoccupante», aggiunge Omodei.

Le replica

Il partito affida la sua replica a un lungo comunicato stampa, a firma del Coordinamento provinciale, di quello cittadino e del Gruppo consiliare in Loggia.

«Abbiamo agito nella massima trasparenza, con gazebo pubblici, presenza costante sul territorio e un’iniziativa ampiamente documentata anche dalla stampa locale. Le firme sono state raccolte in presenza, ma anche tramite moduli consegnati a mano da cittadini, comitati e gruppi spontanei che hanno voluto partecipare attivamente, come prevede qualsiasi petizione. È fondamentale chiarire che i promotori di una petizione non hanno né il potere né il dovere di verificare i dati personali delle firme ricevute da terzi. Tale responsabilità è esclusivamente dell’ente pubblico, come sancito dal regolamento comunale, che ha il compito di verificare il requisito della residenzialità.

Alla luce di questo, ci chiediamo: cosa si contesta esattamente? Il fatto che abbiamo dato voce a un malcontento crescente? O il fatto che ben 1.300 cittadini abbiano sottoscritto un’iniziativa che mette in imbarazzo un’amministrazione visibilmente in difficoltà sul fronte sicurezza? Ricordiamo che da inizio anno sono state depositate decine di petizioni e che per portare un tema all’attenzione del Consiglio comunale bastano 100 firme. Noi ne abbiamo raccolte tredici volte tanto.

Se il nostro obiettivo fosse stato utilizzare espedienti, ci saremmo fermati alla soglia minima, come spesso accade. Non ne avevamo alcun bisogno ma abbiamo dato a tutti la possibilità di partecipare e portare il dibattito in aula.

In merito alle persone morte, dopo un confronto avuto con gli uffici, risultano: tre decedute nel 2025 dopo aver apposto la sottoscrizione, quindi ci si riferisce a sole due sottoscrizioni di presunti deceduti che, magari, sono semplicemente oggetto di omonimia o è lecito chiederselo, sono di persone che hanno volutamente indicato dei nominativi nel tentativo di voler invalidare la petizione.

Un dubbio legittimo, alla luce della strumentalizzazione che si sta cercando di fare e che per la prima volta si mette in campo.

Continueremo a confrontarci con gli uffici competenti per consentire a questa petizione di procedere nelle sedi opportune. Le istanze avanzate sono troppo importanti per la cittadinanza perché restino inascoltate, ed è nostro dovere portarle con forza e chiarezza in sede consiliare.

Siamo orgogliosi del grande lavoro svolto nei quartieri in questi mesi, dove tanti cittadini hanno partecipato con convinzione a questa iniziativa, dimostrando quanto sia vivo il desiderio di partecipazione e di ascolto reale.

Infine prendiamo atto, con un certo stupore, che la sinistra in Loggia non abbia argomenti propri da proporre alla cittadinanza e senta invece il costante bisogno di parlare di noi. Una dimostrazione evidente di quanto manchi una visione autonoma e di quanto, ancora una volta, la loro azione politica si definisca solo in contrapposizione alla nostra. Continueremo con forza e costanza il nostro lavoro tra la gente e per la gente».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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