Papa Francesco indossava l’anello fatto per Paolo VI

Papa Francesco considerava san Paolo VI suo padre spirituale, un legame «certificato» anche dall’anello del pescatore, ovvero l’anello indossato dal pontefice, che viene poi frantumato alla sua morte.
L’episodio è stato raccontato, su Avvenire, da mons. Ettore Malnati. «Era consuetudine che si presentassero al neo-eletto successore di Pietro alla Cattedra romana tre modelli per l’anello piscatorio - racconta mons. Malnati -. Il cardinale Re, conterraneo ed estimatore di Paolo VI, a lungo suo stretto collaboratore, sapeva che avevo ricevuto in consegna dal segretario del pontefice bresciano, monsignor Pasquale Macchi, diversi oggetti artistici donati a Papa Montini».
Ed ecco la richiesta: «Alcuni giorni prima di quel conclave di dodici anni fa, Re mi chiese per telefono se tra gli stampi dei vari anelli commissionati all’artista Enrico Manfrini ve ne fosse anche uno per il nuovo Papa. Alla mia risposta affermativa chiese se potevo farglielo recapitare prima dell’apertura del conclave. E così feci».
L’idea del cardinale Re fu, per l’ennesima volta, più che azzeccata. «Concluso il conclave con la proclamazione del nuovo Vescovo di Roma, e dopo il suo primo discorso ai cardinali nella Cappella Sistina - prosegue Malnati -, ricevetti un’altra telefonata dal cardinale Re, che con voce gioiosa e squillante disse: "Francesco ha scelto il calco dell’anello di Paolo VI, questa è la bella notizia. Ce n’è una seconda: non vuole fondere con materiale aureo il calco e tiene l’anello così com’è"».
Ma le sorprese (e le emozioni) non erano finite. «Una mattina ricevetti una telefonata nella mia parrocchia di Sion a Trieste: una voce femminile mi chiese se fossi monsignor Malnati e se rispondevo io a quel numero, mi disse che parlava dal Vaticano e che nel pomeriggio avrei ricevuto una telefonata da una persona della Santa Sede. Pensai potesse trattarsi di monsignor Paolo Sardi per qualche comunicazione». Ma non si trattava di lui.
Nel pomeriggio arrivò la chiamata: «Sono Papa Francesco». Prosegue Malnati: «Non conoscendo ancora la voce del nuovo Pontefice, esclamai: "Monsignore, non facciamo scherzi!". Ma lui continuò: "Non è uno scherzo, sono proprio il Papa, e volevo ringraziarla per l’anello che ha inviato e che so era stato coniato per Paolo VI". Rimasi stupito. Mi chiese come stavo e di raccontargli un po’ di cose sul mio servizio per la causa di beatificazione di Paolo VI, esortandomi poi a non preoccuparmi delle critiche verso Montini, Papa di grande valore e per lui un santo innamorato di Cristo e della Chiesa».
Conclude mons. Malnati: «Sono convinto che il pensiero di Montini fu alla base delle convinzioni maturate in quegli anni dal futuro Papa e poi espresse nel suo magistero sulla Chiesa intesa come ospedale da campo».
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