Civile, il Pronto soccorso dei bambini si allarga: lavori in estate

La ristrutturazione avverrà in estate per portare maggior comfort ed efficienza: ci saranno spazi più estesi e i lavori non interferiranno con l’attività
Il Pronto soccorso pediatrico del Civile - © www.giornaledibrescia.it
Il Pronto soccorso pediatrico del Civile - © www.giornaledibrescia.it
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Quasi 38mila accessi l’anno e un progetto di ristrutturazione all’orizzonte per rispondere - con spazi più estesi e confortevoli - alle esigenze dei piccoli pazienti che bussano alla sua porta. Così il Pronto soccorso pediatrico degli Spedali Civili guarda al futuro.

I lavori prenderanno il via questa estate senza interferire con la preziosa attività erogata. Riguarderanno, in particolare, l’attuale Accettazione pediatrica, i cui ambienti verranno trasformati in ambulatori afferenti all’area «a bassa intensità» del «nuovo» Pronto soccorso. Come l’ambulatorio chirurgico e otorino che consentirà ai piccoli pazienti di non doversi spostare: saranno gli specialisti a recarsi, infatti, da loro. Non verrà, invece, toccata la zona di osservazione fino a 44 ore realizzata in tempi recenti e composta da sei posti letto.

Numeri

Diretto dal dottor Alberto Arrighini, il «Ps» pediatrico ha registrato 37.371 accessi nel 2024 e 37.767 l’anno prima. «Siamo tornati ai tempi pre-Covid», commenta il direttore. Il giorno di massimo afflusso «in passato era nel fine settimana adesso è il lunedì o comunque il primo giorno dopo le ferie. Il picco è composto per buona parte da traumi: le famiglie aspettando il lunedì con la consapevolezza che la domenica l’ortopedico è presente solo in alcune fasce orarie». Gli utenti – in virtù di una storica consuetudine – hanno al massimo 15 anni. La prospettiva – rivela il direttore – è arrivare fino a 18.

Da un paio di anni gli accessi nei Pronto soccorso lombardi vengono classificati secondo cinque codici: in questa struttura, nel 2024, il 10% sono stati di color arancione (il caso tipico è l’attacco d’asma con difficoltà respiratorie); il 28% azzurri (ad esempio fratture con dolore) e il 61% verdi e bianchi. Tra questi ultimi molti possono essere considerati «inappropriati – ammette il dottor Arrighini –. Si pensi, ad esempio, a traumi di lieve entità o alla febbre appena comparsa. Le famiglie, purtroppo, temono ancora la febbre e la vivono con ansia nonostante sia un fenomeno in un certo senso positivo: la temperatura alta favorisce l’eliminazione dei germi».

L'ospedale dei bambini al Civile di Brescia - © www.giornaledibrescia.it
L'ospedale dei bambini al Civile di Brescia - © www.giornaledibrescia.it

Ricerca di conforto

Il direttore attribuisce questi accessi evitabili al «bisogno di conforto: vogliono una risposta in tempi brevi e se non sono soddisfatti ne cercano un’altra subito dopo peregrinando tra pronto soccorso e pediatri del territorio, tra l’altro oberati di lavoro». Purtroppo capita anche che alzino la voce dimostrando poca fiducia nella professionalità del medico che si trovano di fronte: «Non una volta sola ci siamo sentiti dire "Questo lo dici tu". Quando, poi, la situazione si rivela rischiosa contattiamo la Questura attraverso la linea diretta con la centrale operativa».

Donatella De Martiis, responsabile della Pediatria d’urgenza (che conta otto posti letto), a tal proposito aggiunge che «il medico capisce l’ansia del genitore, ma non sempre può vederlo nei tempi che vorrebbe lui. In Ps c’è un pediatra dedicato 24 ore su 24». I tempi medi d’attesa dal triage infermieristico alla visita medica, riferisce il dottor Arrighini con i dati 2024 alla mano, sono di 15 minuti in caso di codice arancione, 32 per quello azzurro e 77 per il verde e il bianco.

La ristrutturazione

Il Pronto soccorso pediatrico guarda al futuro, si diceva, con un progetto di ristrutturazione e ampliamento finanziato con fondi Covid per rendere gli spazi più accoglienti e l’attività ancora più efficiente.

Il tutto – nei tempi previsti dal Pnrr (metà 2026) – in continuità con quanto è stato fatto in passato: «Abbiamo sempre cercato di rinnovarci e crescere dal punto di vista tecnologico, con il grande supporto della Radiologia pediatrica, e sotto il profilo dell’umanizzazione delle cure, introducendo ad esempio il supporto psicologico».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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